Flash dalla Palestina durante il Covid-19
Estratto dai racconti raccolti attraverso il Progetto "#Padovamondo Raccontare #Cooperazione".
"Combatants for Peace è una associazione nonviolenta israelo-palestinese con cui è in contatto Assopace. Dalla loro newsletter arrivano informazioni su cosa sta succedendo nei territori occupati.
I coloni e l’esercito israeliano hanno intensificato gli attacchi alle comunità palestinesi, avvantaggiati dal fatto che l’attenzione del mondo è tutta concentrata sul Covid-19.
Alcune settimane fa i coloni israeliani hanno sradicato e rubato circa 500 ulivi nel villaggio Al Khader, a sud di Betlemme. I Combatants for Peace hanno piantato 100 nuove piante di ulivo dichiarando: «… i palestinesi vivono una doppia paura, sono spaventati dal virus come tutti. Ma in aggiunta sono spaventati anche dall’esercito israeliano che nei territori palestinesi è occupato a mantenere l’occupazione».
Il Covid-19 è arrivato a Gerusalemme est e al campo profughi di Shufat, dove i palestinesi non ricevono alcun servizio comunale essenziale dopo la costruzione del muro di separazione del 2003.
I palestinesi che sospettano di essere ammalati vengono portati in macchina al di là del check point senza però ricevere alcuna cura medica visto che dal 1967 gli abitanti di Gerusalemme est sono residenti ma non cittadini.
I prigionieri palestinesi, alcuni dei quali sono minori, restano in prigioni affollatissime con grave pericolo di infezione.
La polizia israeliana ha arrestato il governatore di Gerusalemme per conto dell’Autorità nazionale palestinese “a causa della sua illegale attività palestinese”. Cosa aveva fatto? Semplicemente le necessarie iniziative sanitarie a cui ha dovuto provvedere l’Anp, dato che Israele ha omesso o ritardato ogni misura sanitaria di prevenzione e informazione….
Un classico “comma 22” grazie all’occupazione".
