Oratorio di San Michele a Pozzoveggiani
indirizzo: via Pozzoveggiani, 4/6 - Padova
siti utili: Progetto Salvalarte (dal sito legambientepadova.it).
GALLERIA FOTOGRAFICA CHIESE DI PADOVA
A circa 5 km dal centro città, sulla strada per Bovolenta arriviamo alla frazione di Pozzoveggiani, il cui antico nome "Publicianum" deriva probabilmente, come documenta del 1123 Callisto II, da "Puteus Vitaliani: "puteus", forse dal pozzo che si trovava sul lato sud della chiesa, e "Vitaliani" dal nome del prefetto di Patavium. Vitaliano forse padre di Santa Giustina, sicuramente uno dei primi convertiti eccellenti al cristianesimo, il quale avrebbe posseduto delle terre in questa zona.
Certamente i primi cristiani si incontravano, specie nei periodi di persecuzioni, appena fuori dalle mura cittadine, nella zona che va da Pontecorvo a Puteus Vitaliani, dove probabilmente si trovava anche l'unico luogo di sepoltura consacrato.
Qui si trova la piccola chiesa di S. Michele Arcangelo, con il suo campanile, la cui esistenza è stata attestata già in un documento del 918 e abbandonata fin dal XVIII secolo, probabilmente a seguito della soppressione di molte chiese e monasteri ad opera del governo francese instaurato da Napoleone.
La chiesa risale al XII secolo ed è un esempio delle influenze della cultura carolingia sugli stili locali, fortemente segnati dalla presenza bizantina.
Precedentemente qui si trovava un edificio del VI-VII secolo, di forma cubica, con un anomalo orientamento della facciata, rivolta ad est, e dell'abside, ad ovest. La chiesa successiva fa partire la sua costruzione dalla facciata, utilizzando lo spazio della cella come navata centrale, aggiungendone due laterali e ribaltando l'orientamento dell'intero edificio.
Nella struttura e nelle tecniche costruttive si trovano molti riferimenti alla basilica di Aquileia del Vescovo Poppone dell'XI secolo, che mescola influenze nordico-occidentali e tradizione paleocristiano-bizantina, e al cantiere veneziano di S. Marco, come testimonia l'utilizzo della struttura a spina di pesce per la costruzione delle mura.
Tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo la navata settentrionale viene trasformata in canonica, quella centrale rimane utilizzata come oratorio e la navata a sud viene in parte abbattuta, lasciando visibili le arcate e le colonne, murate nella parete esterna.
L'interno è decorato con figure geometriche e di animali, nelle formelle di terracotta, e con una serie di dipinti del X-XI secolo, raffiguranti gli Apostoli.
I cicli affrescati del XII-XIII secolo nella parete meridionale dell'abside rappresentano una delle più alte testimonianze della pittura romanica nel Veneto e hanno per tema la teoria degli apostoli, un'immagine di Cristo Pancreator (cioè colui che tutto crea e governa, simbolo bizantino, ma abbracciato anche dai Longobardi), i simboli degli Evangelisti, un pellicano che nutre i suoi piccoli e una serie di cavalieri armati.