Comunicato stampa: discorso del sindaco di Padova Sergio Giordani in occasione del 106° anniversario del genocidio armeno
"Signore, signori, gentili ospiti
Ricordiamo oggi come ogni anno davanti a questo bassorilievo in bronzo una delle tragedie del ‘900: lo sterminio e il tentativo di annientamento del popolo armeno da parte dell’Impero Ottomano.
Una tragedia le cui conseguenze sono ben visibili ancora oggi a oltre un secolo di distanza.
Il ‘900, secondo alcuni storici, è uno dei secoli più violenti della storia recente, quello nel quale gli ideali di uguaglianza, il progresso e la scienza sono stati distorti, per essere messi al servizio di totalitarismi che li hanno impiegati nello sterminio di massa di innocenti.
Un secolo che si è aperto con l’annientamento del popolo armeno, che ha vissuto la tragedia immensa della Shoah, e purtroppo si è chiuso con la il massacro dei Tutsie in Ruanda la pulizia etnica nel Balcani, e il massacro di donne e bambini a Srebrenica.
Pulizia etnica: una frase che suscita orrore e che non vorremmo più sentire pronunciare ma che ancora oggi, troppo spesso risuona in tanti luoghi del mondo.
Per questo oltre che per il doveroso omaggio alle vittime di queste vicende, non dobbiamo lasciare che lo scorrere del tempo faccia svanire il ricordo di quanto avvenuto, e non possiamo dimenticare le ragioni - se mai si possa usare la parola RAGIONE per questi fatti - che li hanno provocati.
Gli armeni lo sanno bene e sanno quanto è difficile ancora oggi mantenere viva l’attenzione della comunità internazionale sulla loro storia, sulla loro cultura, che anche oggi è minacciata da un negazionismo opportunista e da interessi geopolitici che vorrebbero minimizzare la loro presenza nell’area del Caucaso.
L’ Armenia, che il 21 settembre di quest’anno festeggerà i 30 anni della propria indipendenza, è membro del Consiglio d’Europa, l’organizzazione fondata non a caso nel 1949, che ha come scopo quello di promuovere la democrazia, i diritti umani, l’identità culturale e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa.
La diaspora di questo popolo è ancora una realtà significativa se pensiamo che l’Armenia ha oggi circa 3 milioni di abitanti, mentre gli armeni dispersi nel mondo sono oltre 8 milioni.
Come Europa, come Italia, dobbiamo da un lato ricordare il genocidio armeno, dall’altro agire perché non si riproducano oggi condizioni di discriminazione e violenza per le popolazioni armene che vivono nei territori del Nagorno Karaback, e in generale in quelle regioni nelle quali vi sono ancora forti elementi di contrasto con altri gruppi etnici.
Purtroppo la politica di alcuni paesi confinanti con l’Armenia, non va oggettivamente oggi in questa direzione.
I diritti umani, la tutela della storia e della cultura di un popolo non sono valori negoziabili.
E proprio per questo, e per dare un senso concreto a questa commemorazione, oggi noi non possiamo girarci dall’altra parte, far finta che quanto purtroppo accade agli armeni, dopo oltre un secolo dal genocidio del 1915, non ci riguardi, sia una questione locale, distante da noi.
Ricordiamoci sempre che quando parliamo di diritti umani, di democrazia e libertà, siamo sempre coinvolti, perché questi valori per noi fondanti non sono assicurati a priori e una volta raggiunti devono essere custoditi e difesi con impegno.
Grazie a tutti voi, per il vostro impegno in questa direzione".
Sergio Giordani