Andreina Berti
Il progetto di teleadozione degli anziani è la risposta che l'Associazione Amici
di San Camillo ha dato e dà a un bisogno di assistenza sul territorio: i malati
vengono dimessi dall'ospedale molto più rapidamente di un tempo e non
sempre a casa trovano quel supporto di cui avrebbero bisogno; spesso si tratta
di persone anziane, rimaste sole, che usufruiscono di servizi sociali
"standardizzati", cioè utili ma non sufficienti a garantire loro un'attenzione
personale, individuale, in grado di spingerle verso obiettivi di promozione di
salute e di autonomia.
Personalmente provo emozione ed orgoglio nel parlare, anche a nome degli altri volontari, di tutto
ciò che è stato fatto finora. Emozione, perché è molto difficile dire con parole non banali tutta la
ricchezza che abbiamo trovato in un mondo, come quello degli anziani, così spesso poco conosciuto
o sottovalutato. Orgoglio, perché noi tutti abbiamo la certezza che quanto facciamo e quanto faremo,
pur essendo il nostro un piccolo contributo in un ambito che avrebbe bisogno di molte altre energie,
risponde adeguatamente ad una esigenza di "vicinanza personale", non sempre tenuta in sufficiente
considerazione dai servizi sociali.
In concreto il nostro impegno consiste nell'assicurare all'anziano tele-adottato (termine molto freddo
ma tecnologicamente ineccepibile) un contatto telefonico quotidiano, che garantisca alla persona
non tanto una presenza materiale, quanto un aiuto psicologico tale da farlo sentire ancora parte
attiva della società. Naturalmente man mano che il rapporto con l'anziano si fa più stretto, la
presenza del volontario può, anzi deve, diventare più importante. E ciò significa, ad esempio,
accompagnare la persona in brevi uscite, aiutarla in incombenze di carattere ospedaliero, sostenerla
nei momenti di inevitabile crisi psicologica di fronte alla malattia.
Tutto questo e molto altro ancora è accaduto a me in questi tre anni: la persona di cui mi occupo è
diventata una mia cara amica, una presenza importante nella mia vita e nella mia famiglia. Come
amo spesso ripetere, in questa iniziativa degli Amici di San Camillo, come credo avvenga per tutte le
altre inizitive di volontariato, è molto più quello che si riceve di quello che si dà.