NOTIZIARIO DELL'ASSOCIAZIONE N. 10 -  MAGGIO 2005


INDICE

 

Le date da ricordare:

Un pensiero dal vostro Padre Spirituale

La spiritualità della sofferenza in San Camillo (1550-1614)

Informazioni dal Direttivo

La nostra posta

Un pensiero per i nostri Soci


Le date da ricordare:

Presso il Centro Nazareth/Parrocchia di San Camillo

* Sabato 21 maggio

Ore 17,00 – Arrivo della Madonna di Fatima e Processione all’interno del Centro

Ore 17,45 – Recita del Santo Rosario

Ore 20,00 – Veglia guidata dal Sovrano Militare Ordine di Malta

* Domenica 22 maggio

Ore 16,00 – Coro del Maestro Zimbello presso la nostra Chiesa

Ore 17,30 – Santa Messa

* Lunedì 23 maggio

Ore 17,00 - Recita del Santo Rosario con i volontari V.A.D.A. (Centro Nazareth)

* Martedì 24 maggio

Ore 17,00 – Recita del Santo Rosario con le suore del Don Bosco

* Mercoledì 25 maggio

Ore 17,00 – Recita del Santo Rosario davanti alla Statua della Madonna

* Giovedì 26 maggio

Ore 21,00 – Recita del Santo Rosario con i parrocchiani di San Camillo

* Venerdì 27 maggio

Al mattino la Statua della Madonna, scortata dalla Polizia di Stato, va in visita alla Città della Speranza; nel pomeriggio la Statua, scortata dai Vigili del Fuoco, ritorna al Centro Nazareth

* Sabato 28 maggio

Ore 10,30 – Santa Messa di commiato alla Madonna

* Martedì 31 maggio

Ore 21,00 – Chiusura mese dedicato alla Madonna. Recita del Santo Rosario all’interno del Centro Nazareth.

 

Presso l’Ospedale

* Domenica 22 maggio: In ospedale viene celebrata la festa di San Camillo per malati, personale sanitario e gruppi di volontariato (Amici di San Camillo, ACOS, AVO...).

Ore 10.30 S. Messa solenne, nella Chiesa del Monoblocco, con il Coro della Parrocchia San Camillo; segue rinfresco.


* Convegno per la festa di San Camillo, organizzato dal servizio di Assistenza religiosa dell’Ospedale Civile di Padova

Date:           17 e 24 giugno 2005

Orario         dalle ore 14.00 alle 18.00

Sede:          Sala della Croce Verde, Via Nazareth – Padova

Titolo: "Vorrei sapere... le parole che non ti ho mai detto". L'adeguata informazione al malato, una via di umanizzazione in ospedale.

Il convegno è così organizzato:

Prima giornata: 17 giugno 2005

P. Giancarlo Manzoni: “Introduzione al convegno. Come sta di salute l'umanizzazione?”

Fr. Gian Carlo Ivica Lapic: “Giovanni di Dio e la nuova assistenza all'uomo malato di mente”

P. Edoardo Gavotti: “Camillo De Lellis e la riforma dell'assistenza sanitaria a partire dalla considerazione dell'uomo”.

 

Seconda giornata: 24 giugno 2005

Dott.ssa Silvana Bortolami: “La qualità dell'informazione percepita dall'utenza”

Dott. Umberto Andreetto: “I benefici psicologici dell'adeguata informazione”

Prof. Paolo Benciolini: “L'informazione al malato: approccio bioetico e legislativo”

Prof. Felice Vian: “L'informazione nei Servizi Sanitari: dai processi clinici al governo del sistema”.

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Un pensiero dal vostro Padre Spirituale

Carissimi “Amici di San Camillo”,

stiamo concludendo l’anno sociale e desidero augurare ad ciascuno di Voi e alle Vostre famiglie ogni bene fisico e spirituale.

Mentre Vi presento un breve profilo della spiritualità di San Camillo, intendo invitarvi sia alla Sua festa che si terrà nella Chiesa del Monoblocco in Ospedale (il 22 maggio) sia al Convegno che si terrà in giugno (vedi date segnalate) presso la Croce Verde: sono occasioni per rinnovarci interiormente riprendendo fiducia ed entusiasmo per il compito della carità che ci aspetta giorno per giorno nelle situazioni più disparate, ma certamente ‘guidate’ e ‘sostenute’ dallo Spirito Santo e da Camillo De Lellis che non possono lasciarci orfani. Siamo in buona compagnia per fare un po’ di bene, mentre la ricompensa sarà più che mai sicura.

Grazie per il buon esempio che date anche a me, mentre Vi ricordo con affetto nella preghiera.

P. Eugenio

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La spiritualità della sofferenza in San Camillo (1550-1614)

 

Camillo De Lellis nasce a Bucchianico il 25 maggio 1550, quando i genitori sono già avanzati in età e, per lui, si può dire che la vita inizia ‘in salita’. Sia da ragazzo che da giovane ama i divertimenti ed il gioco; nessuno, nemmeno lui, pensa che il Signore abbia un progetto da attualizzare nel momento in cui la sua vita è stata scandita da un incontro particolare con la malattia e con i sofferenti, sia in Ospedale sia in qualsiasi luogo dove ci fosse qualcuno da curare.

Camillo sperimenta il suo primo incontro con la sofferenza in una piaga che lo colpisce alla gamba: si reca a Roma per curarsi al S. Giacomo e qui, anche se malvolentieri, accetta di fare qualche servizio pur di ottenere le cure necessarie, ma per la sua condotta non certo esemplare e per il suo attaccamento al gioco, viene scacciato. Ritornerà più tardi, una seconda volta, ma con migliori intenzioni, dopo aver ascoltato i buoni insegnamenti di un Cappuccino che l’aveva invitato ad interessarsi più seriamente della salvezza dell’anima vivendo cristianamente la propria esistenza. Camillo, colpito da quelle parole aveva deciso in cuor suo di migliorare, una volta per tutte, la sua vita: anzi si propose di entrare in convento per farsi frate. Ma per tale scopo doveva essere... in buona salute, e quindi diventava necessario curarsi quella piaga che recava fastidio al giovane novizio ogni volta che indossava il pesante saio.

Dopo essere guarito, ritornò in convento, felice di poter seguire il Signore; ma non fu così! La piaga si riaprì ed i buoni religiosi lo invitarono a lasciare il Convento con la promessa che, alla guarigione definitiva, lo avrebbero accolto nuovamente fra loro. Camillo, tornato in Ospedale, comprende allora il progetto del Signore, tanto da esclamare: “Dal momento che il Signore non mi ha voluto nel mondo, né tra i Cappuccini, vuol dire che questo è il mio posto”. Ora si pone al servizio dei malati, suoi fratelli, seguendo le parole del Vangelo “Ero malato e mi avete visitato”. Ed il suo amore aumenta sempre più per loro, nei quali “vede” e “contempla” il volto di Cristo crocifisso. In tale servizio nota che non sempre è facile andare avanti e superare le difficoltà, le incomprensioni, come pure le fatiche di ogni genere. Pensa allora di mettere insieme una compagnia di persone buone e pie che servano il malato, non con scopo di lucro, ma solo per amore di Dio: per loro formula alcune ‘regole’ tra cui quella di servire i malati con cuore di madre, cioè, come una mamma cura il suo unico figlio infermo. Per questa “compagnia” Camillo ottiene poi dal Papa di portare un abito particolare con una croce rossa, per indicare l’amore che si china su ogni sofferenza umana assunta dalla stessa persona di Cristo nel mistero della sua passione e morte.

Nel 1591, nella festa dell’Immacolata, Camillo con altri compagni emette i suoi voti religiosi di povertà, castità, obbedienza; ma insieme a questi, vuole promettere definitivamente di servire i malati in qualsiasi circostanza anche se fossero colpiti dalla peste.


Si tratta di una dedizione totale, completata anche da altre promesse come quella di non aspirare a cariche ecclesiastiche per essere sempre più libero di dedicarsi ai malati. Camillo poi, per la sua professione, ha ben impresso l’immagine dei vari sensi del corpo umano (due occhi, due orecchie, due mani, due piedi...) per questo desidera che nell’Ordine dei Ministri degli Infermi convivano insieme due realtà: i Padri (Sacerdoti) ed i Fratelli, gli uni per il servizio dello spirito, gli altri per il servizio del corpo, ma senza tenersi lontani gli uni dagli altri, anzi stando vicino per aiutare e aiutarsi meglio.

Da tutti i suoi religiosi esige la sapienza del cuore: per lui il problema della sofferenza non si esaurisce nel conoscere, ma vuole intuire e prevenire... usando modi squisiti che esprimano amore e tenerezza per i sofferenti.

Camillo desidera che nessuna esigenza del malato venga trascurata dal momento che è sempre l’uomo - creatura di Dio ed immagine di Cristo - ad aver bisogno di aiuto. Per questo egli diventa sempre più esigente con se stesso e con gli altri per essere coerente con il buon proposito fatto; non teme neppure di mettersi in ginocchio per servire i malati, e chiedere perdono per i suoi peccati.

Quando poi nota che qualcuno è piuttosto schivo a compiere certi lavori lo invita ad avere “più cuore in quelle mani”. Dove c’è un povero e un ammalato, Egli sa che proprio quello è il “suo” posto, perché lì c’è il Cristo che attende un aiuto concreto, fosse solo un bicchiere d’acqua o una carezza che accompagni l’ultimo respiro della vita. Significativo, al riguardo, è quell’episodio avvenuto all’ospedale di Santo Spirito: mentre era intento a servire un povero ammalato, Monsignor Commendatore, direttore del luogo, lo mandò a chiamare; Camillo fece rispondere: “Dite a Monsignore ch’io sono occupato con Gesù Cristo: ma come avrò finita la carità, sarò da Sua Signoria illustrissima”.

Camillo ha continuamente esercitato l’opera di carità verso i sofferenti perché confortato dalle parole del Crocifisso che, staccando le braccia dalla Croce, un giorno gli disse: “Continua, e non aver paura, poiché questa non è un’opera tua, ma è mia!”.

Il servizio ai malati è continuato, durante tutta la vita di Camillo, in tante città d’Italia, come Roma, Napoli, Milano, Genova, Ferrara...; ma continua anche oggi, in tutti i continenti della terra, mediante il contributo di tanti uomini e donne che seguono l’ispirazione fondamentale di questo grande santo della carità, morto a Roma il 14 luglio 1614.

Ma per comprendere in maniera profonda, la spiritualità e l’azione di san Camillo, dobbiamo ritornare all’inizio della sua vita e alla causa degli episodi riferiti: la gamba piagata. La sofferenza di Camillo è diventata una ‘via’ attraverso la quale Egli ha scoperto, seppure lentamente, il cammino da percorrere: la via dell’amore e della dedizione agli altri, tenendo come ‘fondamento’ l’amore di Cristo crocifisso che ha dato la Sua vita per noi e che ci darà una ricompensa eterna se sapremo riscoprire Lui, sempre presente nei fratelli bisognosi di qualsiasi aiuto.

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Informazioni dal Direttivo

 

Relazione dell’Assemblea dei soci del 28 aprile 2005 di Andreina Berti

 

Il 22 aprile 2004 l’assemblea dell’Associazione “Amici di San Camillo” ha approvato un importante regolamento, in cui si precisavano le caratteristiche etico-sociali dell’associazione stessa (volontarietà, assenza di scopo di lucro, atteggiamento educativo, trasparenza, apoliticità), ma si ribadiva anche l’assoluta necessità di dare un carattere organico all’attività dei soci.

Di questo si è parlato anche nell’assemblea dei soci tenutasi il 28 aprile di quest’anno perché è ormai indispensabile, allo scopo di rendere sempre più efficienti gli interventi del gruppo ed in linea con la struttura delle altre associazioni analoghe alla nostra, creare un organigramma che chiarisca con precisione quali sono i settori in cui l’associazione può intervenire, quali sono le responsabilità che ci si vuole assumere, quali sono le garanzie che si è in grado di dare e anche, ultimo ma non meno importante, quali sono le forze di cui si può disporre.

Da tempo si è capito che fare volontariato significa oggi non solo dare la propria disponibilità temporale, ma anche e soprattutto garantire continuità nell’impegno, competenza nei settori in cui si è inseriti e capacità di lavoro in gruppo… solo “facendo squadra” si possono raggiungere risultati tali da giustificare e gratificare il proprio impegno di volontari.

Con riferimento all’art. 3 del regolamento interno si è perciò delineato un organigramma, che, tenendo conto dei settori in cui l’associazione opera, ha individuato un referente per ogni gruppo e dei collaboratori che a quel referente faranno capo. L’intento è di creare una struttura snella, in cui i singoli gruppi possano agire autonomamente, senza ricorrere sempre al presidente dell’associazione, mantenendo, però i collegamenti con la presidenza attraverso i responsabili.

Nello stilare questo organigramma è apparso subito evidente che l’impegno etico-sociale dell’organizzazione è notevole e ammirevole, ma è anche emerso che le forze disponibili sono ancora troppo modeste o, in taluni casi, non ben utilizzate. All’Assemblea è stato chiesto, pertanto, di riflettere sulla necessità di un maggior coinvolgimento operativo che garantisca quei risultati a cui tutti miriamo in uno spirito di solidarietà.

I membri del direttivo aspettano vostre adesioni e suggerimenti.

L’assemblea ha approvato il bilancio consuntivo del 2004 e quello preventivo del 2005 che potete consultare in segreteria al lunedì e giovedì pomeriggio dalle 15.00 alle 17.00, dove sono stati depositati.

 

 

                                                              Andreina Berti

 

 ....

Informiamo tutti i soci che il direttivo tenutosi il 18 aprile ha deliberato di nominare quattro soci onorari: Antonietta Galimberti, Antonietta Gui, Franco Attilio e Pietro Pallaro.

A tutti è giunto il nostro ringraziamento per essersi distinti in questi anni per il loro operato altamente caritatevole.

 

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La nostra posta

 

Milano, 27.04.2005

 

Carissimi dell’associazione Amici di San Camillo Onlus,

vi ringraziamo di cuore per la donazione di € 2.000,00 che ci avete inviato, in favore delle popolazioni colpite dallo Tsunami nel sud est Asiatico.

      Il nostro primo intervento è stato quello di portare cibo, acqua e medicine agli abitanti dei villaggi di origine di due religiosi camilliani indiani: p. William e p. Pascalis. I villaggi Kodjmunai e Kottilpadu sono situati nel distretto di Kannyakumari dello stato del Tamilnadu.

      Ora stiamo entrando nella seconda fase che riguarda la ricostruzione e lo sviluppo. Il vostro contributo verrà utilizzato per l’acquisto di nuove barche per i pescatori che, tornando al loro lavoro, potranno, giorno dopo giorno, ritrovare una vita il più normale possibile.

      Ancora grazie a voi che, accogliendo questa iniziativa, avete aperto la vostra via al mondo e vi siete lasciati interpellare dalla povertà. La carità raccoglie, unisce, crea e rafforza vincoli di comunione profonda, non per simpatizzare con i popoli del sud del mondo, ma per camminare al loro fianco nel rispetto della loro cultura e della loro dignità.

  Con stima e riconoscenza

p. Vittorio Paleari

(Direttore Fondazione PRO.SA)

 

NB: La Fondazione PRO.SA è un’organizzazione non lucrativa per la promozione umana e la salute, fondata e costituita dalla Provincia Lombardo-Veneta dei Camilliani. Con la realizzazione di progetti specifici porta aiuto alle popolazioni povere e bisognose dove sono presenti missionari camilliani.

 

Meryjoy non era solo mia figlia, bensì di tutti quelli che l’hanno conosciuta in modo diretto o indiretto, ed ora è un angelo per tutti noi.

Vi ringrazio per essermi stati vicini.

Papà di Meryjoy

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Un pensiero per i nostri Soci

 

Cari amici di San Camillo,

in questi ultimi mesi molti sono stati gli eventi che hanno toccato la nostra associazione: eventi positivi ma anche negativi. Lascio per ultimo quello positivo anche se il mio cuore è molto combattuto e con tristezza ricordo le tre persone che sono venute a mancare all’affetto dei loro cari.

Il 13 dicembre 2004 è morto Francesco Pizzoccaro, papà della nostra volontaria ospedaliera Anna Ravaioli e marito di Maria Rosa, volontaria della casa parrocchiale in Via Verci.

Conoscendolo molto bene posso dire che è stata una grande perdita per la sua famiglia, perché la sua allegria, l’attaccamento alla vita e il suo buon umore erano energia positiva per tutti. Anna e Maria Rosa sanno far tesoro di tanto insegnamento.

In aprile è mancata improvvisamente la nostra socia Elisa Razzolini. Le ero amica da più di vent’anni e di lei ho un bellissimo ricordo perché era veramente “dolce”e disponibile con tutti. A lungo ha prestato servizio nella casa di via Forcellini, poi gli anni e gli acciacchi non le hanno permesso di frequentare la casa ma ci ha lasciato in segno della sua presenza dei bellissimi ricordi: i suoi quadri. che resteranno nelle nostre case perché, generosa com’era, molti di questi ci sono stati regalati.

Pochi giorni fa è mancato il nostro socio e commercialista Dino Maritan. Era entrato a far parte della nostra associazione da pochi anni, ma il suo operato è stato importantissimo. Dino per noi è stato un amico generoso, schietto, convito che solo i valori cristiani di giustizia e onestà possono realizzare una società solidale e attenta ai bisogni dei più deboli. Di temperamento vulcanico, ma anche paziente è stato per noi un gran maestro, che speriamo di imitare.

Da ultimo il 14 maggio si sono sposati due nostri soci e, tempo permettendo, volontari: Gianluca Carubia con Daniela Griggio. Gianluca mi aiuta nella stesura del notiziario, mentre Daniela ha prestato servizio in casa Forcellini, 14. A loro auguro di trascorrere una lunga vita assieme piena d’amore e…tanti figli…maschi o femmine che siano!

                                                                       R.C.

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