NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE N. 12  - APRILE 2006

INDICE

DATE DA RICORDARE

INFORMAZIONI DAL DIRETTIVO

AVVISO IMPORTANTE

NOTIZIE

LA NOSTRA POSTA

PRIMO FIOCCO AZZURRO PER “GLI AMICI DI SAN CAMILLO”

12 FEBBRAIO 2006  GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

TESTIMONIANZA LA NUOVA VITA DI UN MEDICO PAZIENTE


DATE DA RICORDARE:

In parrocchia San Camillo

Giovedì 30 marzo:

ore 15.30 convocazione dell’Assemblea ordinaria dei soci per approvare il Bilancio Consuntivo del 2005 e Preventivo del 2006.

Giovedì 20 aprile: ore 19.30 Cena sociale. Seguirà invito personale.

                          ………………………………….

Domenica 2 aprile: giornata della carità.

Ore 11.30 Santa Messa.

Conferimento del mandato ai ministri straordinari dell’Eucaristia.

Mercoledì 5 aprile: ritiro spirituale in preparazione alla Santa Pasqua.

Destinazione: Casa dei padri camilliani a Mottinello.

Partenza ore 8.30 davanti alla Chiesa di San Camillo.

Ritorno previsto per le ore 17.30.

Venerdì 7 aprile: ore 20.00 Celebrazione penitenziale in preparazione alla Santa Pasqua.

Sabato 8 aprile:

dalle ore 16.00 alle ore 19.00, presso il patronato San Camillo, ritiro spirituale in preparazione alla Santa Pasqua animato dai padri camilliani dell’ospedale.

Lunedì/martedì/mercoledì 10 - 11 - 12 aprile: Santissime quarantore

 

BUONA PASQUA

A TUTTI I SOCI

ED AMICI

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INFORMAZIONI DAL DIRETTIVO

Cari amici e soci, siamo felici di informarvi che dal prossimo bollettino parrocchiale di San Camillo  potremo essere in contatto con tutti coloro che frequentano la parrocchia. Ci è stato infatti assegnato un adeguato spazio che ci permette di portare a conoscenza in sintesi il nostro operato e le nostre proposte. E’ un passo di generosità e gratuità che ci  consente di essere più uniti e di comunicare con tutti coloro che frequentano la chiesa e sono di altri quartieri . Ringraziamo P. Roberto e il consiglio pastorale parrocchiale per aver deciso di accoglierci nel loro progetto e auguriamo che il notiziario, entrando in tutte le case, porti informazione, speranza e amicizia.

Il progetto teleadozione degli anziani ha avuto inizio, sono stati individuati anziani da assistere e relativi volontari. Questi hanno già partecipato agli incontri di formazione specifici tenuti dal sociologo proff. Luigi Gui, dal medico dott. Enzo Valpione e da P. Giovanni Stragliotto. Aperti comunque a tutti i volontari, permettono di mettere in pratica le metodiche comportamentali apprese. A giugno e a novembre ci saranno altri incontri di verifica per cui chi non avesse frequentato i corsi appena tenuti può tranquillamente aggregarsi. Chi lo desiderasse può richiedere in segreteria la sintesi scritta dei quattro incontri.

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AVVISO IMPORTANTE

Poiché siamo iscritti come Ass. Onlus nell’elenco dei soggetti di cui all’art. 1 della legge 266 del 2005 per la destinazione del 5 per mille dell’IRPEF, ricordati di destinare alla nostra Associazione il su citato 5 per mille

-         firmando nel quadro dedicato alle organizzazioni non lucrative ONLUS

-         riportando , sotto la tua firma, il codice fiscale dell’Associazione 92119670286

Il tuo sostegno sarà utilizzato nel 2006 per:

-         recupero spese gestione casa di accoglienza a favore dei più bisognosi

-         assistenza sul territorio alle persone in difficoltà.

 

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NOTIZIE

In questi ultimi mesi sono morte due colonne portanti del volontariato. Due volontarie della San Vincenzo Ospedaliera e nostre socie Teresa Pagnossin e Gianna Breda. Hanno dato tanto del loro tempo per i poveri, ammalati, anziani ed ultimi. Erano sempre disponibili a correre in aiuto di chi lo chiedeva. Anche alla nostra associazione non hanno mai lesinato un loro sì. Grazie per tutto quello che avete fatto e per averci insegnato cos’è l’umiltà.

 

Siamo felici di congratularci con il nostro socio e volontario Sandro Fucile che ha concluso con la lode il triennio di giurisprudenza. Caro Sandro siamo  certi che porterai a termine il quinquennio con lo stesso impegno e con il medesimo risultato, per questo ti diciamo ….in bocca al lupo!

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LA NOSTRA POSTA

Cari,

Marcella, Loretta, Cristina, Giorgina, Chiara, Giovanna, Luisa, Vittorio, Rosy ed Antonio, vorrei lasciare questa mia riflessione che mi riempie il cuore di amore, in una domenica che ci ha visto impegnati ad animare  la giornata del malato. Mentre noi eravamo in chiesa un altro gruppo gestiva, all’aperto, il mercatino per raccogliere fondi da destinare ad una beneficenza. Questo avviene perchè siamo sì un gruppo di volontari, colleghi, ma soprattutto siamo amici.

Quello che ci unisce è l’amore per il prossimo, il desiderio di aiutare chi si trova in una situazione delicata e cerca in noi un appoggio e conforto. Il nostro è un lavoro di gruppo, siamo tutti in sintonia e pur a volte sbagliando, ci comprendiamo, ci correggiamo e ci sosteniamo.  E’ bello sapere e sentire che ci vogliamo bene; trovarci per dialogare, affrontare assieme  le tante difficoltà che la condivisione di un appartamento fa sorgere, ma è anche bello stare assieme per confortarci e pregare, come abbiamo fatto oggi.

 Grazie a tutti voi , grazie per la vostra amicizia

Claudia

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PRIMO FIOCCO AZZURRO PER “GLI AMICI DI SAN CAMILLO”

Cristiana è arrivata alla Casa di Accoglienza di Via Forcellini, trepidante per la sua gravidanza “a rischio” ma decisa a far nascere il suo bambino con l’assistenza dei ginecologi del nostro Ospedale.

La stanza assegnata a lei e alla mamma si è subito riempita di oggetti inconsueti: carrozzella, fasciatolo, copertine, coprifasce……

Infatti la permanenza prevedeva, oltre agli ultimi due mesi di attesa, anche un periodo dopo la nascita per esami e controlli al bambino. Nella sua città Cristiana si era sentita proporre l’aborto perché “la gravidanza non era compatibile con la sua patologia a carattere reumatologico”; ma la scelta sua e di suo marito è stata quella di scommettere – comunque – sulla vita.

Francesco è nato con un mese di anticipo, in modo naturale – contrariamente alle ansie dell’attesa –con un buon peso e un bellissimo aspetto.

Dopo 15 giorni la famiglia al completo è ripartita in treno, dopo aver riempito l’automobile del nonno di pacchi e scatoloni che nel frattempo si erano moltiplicati.

Nella casa di Via Forcellini c’è la foto di Francesco con la dedica:”Senza gli Amici di San Camillo non sarei nato”.

Un’esperienza bella e insolita per noi volontari, abituati ad ascoltare ammalati e familiari con gravi problemi; ascoltiamo le loro ansie e paure, condividiamo le loro speranze, cerchiamo di accompagnali con amicizia nel loro difficile percorso.

Per una volta abbiamo sperimentato l’avventura e il mistero della vita nascente; e ci siamo commossi per un bimbo fortemente voluto da una giovane coppia che ha deciso di sfidare tutte le previsioni per accogliere un dono “prezioso agli occhi di Dio”..

 

Luisa Malesani

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12 FEBBRAIO 2006  GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

 

Omelia di P. Roberto Nava in occasione della prima Messa celebrata da P. Marco, camilliano dell’ospedale, nella chiesa di San Camillo.

Caro  Marco, oggi sei qui nella Giornata del malato, data assai significativa per te e per noi. Oggi il Vangelo di Marco, ci presenta Gesù che incontra e guarisce un lebbroso.

Ricordiamo che la lebbra, ai tempi di Gesù ed ancora oggi, è tra le malattie più difficili da sopportare con dignità perché sfigura e con crudeltà deforma il corpo. Alla sofferenza fisica allora si aggiungeva, l’emarginazione morale perché il malato era ritenuto un peccatore punito. Quindi  era emarginato dalla società tanto che , in caso di guarigione, gli era prescritto di recarsi dal sacerdote per offrire un sacrificio espiatorio e ottenere perdono dei peccati. Solo così purificato poteva venire reintegrato nella società.

Oggi la situazione è cambiata, almeno in parte: la lebbra, se curata in modo adeguato, può venire sconfitta e vi sono persone, come i nostri confratelli camilliani, che con generosa carità si dedicano a questi malati. Inoltre le necessarie precauzioni igienico-sanitarie non comportano forme di emarginazione sociale. Rimane però il disagio che molti di noi provano nel rapportarsi con persone colpite da questa e anche altre malattie,anche se non contagiose. Pensiamo agli handicappati gravi,ai malati psichici, ai malati inguaribili nella fase terminale e anche agli anziani non più autosufficienti. Penso che il nostro disagio riveli talvolta la paura di leggere nella carne del malato il nostro destino di morte, di scoprire il segno di ciò che la morte va operando anche nei nostri corpi.

Il Vangelo racconta che Gesù stese la mano, toccò il lebbroso, gli disse “lo voglio, guarisci” ed egli guarì. Dunque Gesù non ha paura della morte, supera l’emarginazione e reintegra quell’uomo nei suoi diritti, gli ridona la vita.

Molti, lungo la bimillenaria storia del cristianesimo, hanno seguito l’esempio di Gesù, da San Francesco a San Camillo e, più recentemente fr. Ettore Boschini, religioso camilliano, non sacerdote, che ha operato tra gli emarginati a Milano. Per questo i camilliani, detti anche ministri degli infermi, emettono oltre i voti di povertà, castità e obbedienza, anche il voto di assistere gli ammalati anche con pericolo della propria vita.

Non tutti siamo chiamati  all’eroismo, ma tutti dovremmo per lo meno chiederci se sappiamo provare compassione, avere la necessaria pazienza, ascoltare, rispettare la dignità di quanti avviciniamo. Dovremmo chiederci se sappiamo offrire un sorriso, dare un aiuto, rinunciare un poco a noi stessi per portare sollievo e serenità e ridare speranza a chi l’ha perduta.

A te, padre Marco e a quanti nelle varie associazioni di volontariato, come gli Amici di San Camillo, che si avvicinano agli ammalati, è chiesta una presenza che è medicina. Nello spazio di parole sussurrate, sommesse e talvolta non dette, nell’ascolto rispettoso di un umile dialogo si riesce a tenere compagnia per dare coraggio nei momenti difficili del malato, per aiutarlo ad accettare e valorizzare la situazione di sofferenza in cui versa e accompagnarlo con la forza della preghiera e dei sacramenti. Comprendere meglio la persona malata e il suo mondo interiore contribuisce al processo terapeutico, costituisce sostegno psicologico, umano e sociale. Anche ai familiari del malato va offerta un’attenzione specifica affinché vivano senza traumi e con spirito di fede la prova della malattia dei propri cari. Ci sono momenti in cui la presenza silenziosa, discreta e forte non è marginale, quando prevale il rammarico e lo sfogo del malato e spesso dei suoi familiari,all’ annuncio di diagnosi infauste o di perdite dolorose.

In queste circostanze siamo consci di non risolvere i problemi della gente ma siamo chiamati ad accompagnare, come compagni di cammino, ad alluminare con la grazia del Vangelo, talvolta più testimoniato che detto, a comunicare l’amore di Dio e della sua Chiesa ai suoi figli provati dal dolore e dalla morte. L’augurio e la preghiera sono perché tu, Padre Marco, e tutti coloro che per professione o per scelta volontaria assistono i malati, sappiano coniugare competenza ed esperienza professionale con attenzione alla persona e rispetto della sua dignità.

E , come diceva San Camillo, abbiamo “sempre cuore nelle loro mani”.

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TESTIMONIANZA: LA NUOVA VITA DI UN MEDICO PAZIENTE

La malattia mi ha insegnato...

"Il cancro mi ha regalato un'altra vita. Una vita nuova e per molti versi migliore. Prima di ammalarmi vivevo sul filo dei minuti. Un giorno operavo tot pazienti e il giorno dopo ne operavo altri, ma alla fine vedevo sempre lo stesso 'film'. Ora invece apprezzo ogni istante e sono felice di tutto: un raggio di sole, una pietanza saporita, la visita di un amico". Il messaggio di speranza arriva dal cardiochirurgo Sandro Bartoccioni dell'Università Cattolica di Roma. A 44 anni, ha raccontato Bartoccioni ai giornalisti, “il 'gioco dell'oca' della vita mi ha fatto diventare il primario più giovane d'Italia. Ma poi dieci anni dopo"mi è stato diagnosticato un cancro allo stomaco al quarto stadio". Certo, all'inizio è stato devastante - ha continuato il medico-paziente –“ In quattro anni ho perso 30 chili, ho subito cinque interventi e sono stato sottoposto a durissimi cicli di chemio e di radioterapia. Tra 15 giorni mi toglieranno la milza e mezzo fegato, ma a tutti continuo a ripetere che io non sono malato. Io ho un cancro, e vi giuro che non è la stessa cosa". Bartoccioni continua a lavorare. A volte, quando i motivi di salute gli impediscono di operare, il cardiochirurgo cura i turisti nelle zone di vacanza. "Sono stato ovunque e una vita così bella io non l'ho mai fatta prima. La malattia "mi ha insegnato ad apprezzare ogni minuto che passa e i giorni vissuti dopo il cancro io me li ricordo tutti", assicura il medico che fa coraggio a tutti i malati, spiegando che "stare da questa parte non è poi così tremendo.”

E alla vigilia di un convegno milanese, in cui sarà riproposta l'urgenza di un rapporto migliore e di un dialogo più complice tra medico e paziente, lo specialista invita chi soffre a rifiutare ogni tipo di buonismo o commiserazione. Inoltre ricorda che il lavoro dei medici va avanti solo grazie ai pazienti; i malati sono i docenti universitari dei medici. Il dott. Bartoccioni conclude: Se tu, paziente, rimani in contatto con te stesso non smetterai mai di sentirti importante",..

  

Certamente il pensiero del prof. Barroccini è di grande aiuto a molti ammalati di tumore; essere aiutati da un farmaco che dona sollievo o dalle cure palliative è un grande traguardo della medicina. Ciò non toglie che l’ammalato, in qualsiasi momento del suo cammino, debba trovare la forza in se stesso, in ciò che lo circonda e, in quanto credente, nella fede di un Dio che mai abbandona l’uomo, perché Egli è non solo Dio, ma soprattutto Amore...

                                                                                     P. Eugenio Sapori

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