NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE N. 16 

GIUGNO 2007

INDICE

Informazioni dal Direttivo

Raccontiamo (scade 01/09/2007)

Progetto “Okkupiamo”

Convenzione con L’azienda Ospedaliera

Cellule staminali

San Camillo De Lellis e la Famiglia Camilliana Laica

La Civitas

La nostra posta

Piccola cronaca

 

 


INFORMAZIONI DAL DIRETTIVO

Cari soci vi informiamo di un bando di concorso proposto dal CSV (centro servizi per il volontariato di Padova). Si chiama Raccontiamo.

Può essere una bella occasione di esprimersi per chi ama scrivere.

Chi vuole aderire al bando di concorso può contare sul nostro aiuto sia nella modalità di partecipazione che nella modalità di invio.

Per informazioni chiamare in segreteria: 049/8072055

                                                                                                              

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RACCONTIAMO (scade 01/09/2007)

Chi può partecipare

Possono partecipare al bando tutti i residenti della provincia di Padova che sentano il desiderio di scrivere un racconto su un episodio di solidarietà vissuto o che comunque li abbia particolarmente colpiti. Ogni autore può partecipare con al massimo due racconti

Modalità di partecipazione

Per partecipare si deve inviare un racconto sul tema della solidarietà della lunghezza massima di 4 cartelle dattiloscritte (1800 battute a cartella).

I racconti partecipanti dovranno essere inviati entro il 1 settembre 2007, farà fede il timbro postale. Gli scritti dovranno essere salvati in formato word con carattere 12. Sulla prima pagina dovranno essere specificati il titolo dell’opera e il nome dell’autore.

Modalità di invio

Le opere dovranno essere inviate in formato cartaceo e su supporto multimediale (dischetto o cd) insieme a:

·         una scheda di presentazione dell’autore in cui vi siano: notizie autobiografiche, cognome, nome, data e luogo di nascita, indirizzo, recapito telefonico, e-mail, fax;

·         una dichiarazione attestante il carattere inedito delle opere (“Io, sottoscritto… dichiaro, sotto la mia personale responsabilità, che l’opera dal titolo…, è inedita, ed è frutto della mia personale creatività”), firmata dall’autore stesso.

Potranno essere giudicati vincitori uno o più racconti che saranno pubblicati in un libro della collana “Elementi” edita dal CSV e letti da attori professionisti in occasione delle celebrazioni della festa del Volontariato prevista per il 15 e 16 settembre 2007.

La partecipazione al bando implica l’accettazione di tutti i punti del regolamento, pena l’esclusione. Il giudizio della giuria è inappellabile e insindacabile.

Gli autori si assumono ogni responsabilità sui contenuti e l’autenticità delle opere presentate e autorizzano gli organizzatori all’utilizzo per scopi promozionali e culturali, l’organizzazione dal canto suo s’impegna a citare sempre il nome dell’autore, il tutto a titolo gratuito da entrambe le parti, senza ulteriori richieste a posteriori.

Gli autori manterranno invece i diritti d’autore verso eventuali terzi che, previa autorizzazione da parte del CSV di Padova, ne dovessero chiedere l’utilizzo.

Ogni partecipante esprime, ai sensi della Legge 675/96 e del D.L.196/03, il consenso al trattamento ed alla comunicazione dei propri dati personali, nei limiti e per le finalità della manifestazione.

Inviare le opere a:

CSV Padova, via dei Colli 4, 35143 Padova

Per info: tel. 049 8686817, fax 049 8689273,

info@csvpadova.org

 

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PROGETTO “OKKUPIAMO”

È il nome del bando, lanciato nei mesi scorsi dal Centro Servizi del Volontariato di Padova, per favorire l’impiego dei giovani in Associazioni di Volontariato con lo scopo di diffondere maggiormente nella cittadinanza i valori della solidarietà.

Prevede la copertura integrale, da parte del C.S.V., dei costi retributivi sostenuti dalle Associazioni di Volontariato che impiegheranno temporaneamente giovani con l’intento di far loro intraprendere un percorso di formazione/crescita nel mondo associativo. Il Centro Servizi del Volontariato che ha selezionato circa 50 giovani tra i numerosi presentatisi all’appello organizzerà anche momenti formativi e incontri per gli stessi.

La nostra domanda di partecipazione al Bando è stata accolta e c’è stata assegnata la giovane Valentina Sperandio che opererà presso di noi per 12 mesi – con impegno settimanale di 30 ore – in rapporto di lavoro subordinato a termine.

Le sue mansioni riguarderanno l’apprendimento della gestione delle case d’accoglienza, l’informatizzazione di tutte le attività della nostra Associazione nei suoi tre settori: case di accoglienza – assistenza in ospedale – assistenza sul territorio ed infine il riordino della Banca Dati e dell’Archivio.

 

                                                                                  Gabriele Pernigo

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 CONVENZIONE CON L’AZIENDA OSPEDALIERA

Siamo lieti di informarvi che la nostra Associazione ha stipulato la convenzione con l’Azienda Ospedaliera, equiparandola così alle altre due associazioni che operano in Ospedale, l’AVO e la CEAV. È stato specificato il ruolo di ognuna delle suddette associazioni nell’ambito dell’Ospedale: l’AVO ha un compito generalizzato (segue gli ammalati in tutte le corsie);

la CEAV ha un compito specializzato (segue i malati di tumore);

l’Associazione Amici di san Camillo ha un compito personalizzato (va dal singolo malato su specifica richiesta di medici o della caposala).

Il servizio principale viene svolto in Pediatria, dove ci sono mamme che devono allontanarsi perché hanno altri figli da accudire o perché devono lavorare.

In questo periodo stiamo seguendo anche qualche neonato abbandonato al nido in attesa di affido, bimbi particolarmente bisognosi di “coccole”.

Con questo passo avanti viene ribadita una sempre più consapevole e proficua collaborazione tra le tre succitate associazioni, dal momento che è il malato il comune centro d’interesse.

È importante che le volontarie che frequentano l’ospedale rispettino alcune regole:

·         la privacy dell’ammalato, proprio come i medici e gli infermieri: le notizie che esse apprendono sull’ammalato non devono venire in alcun modo divulgate;

·         è obbligatorio indossare il camice col contrassegno per essere riconoscibili e per poter entrare in orari extra;

Le volontarie saranno dotate di un pass magnetico da usare tutte le volte che si entra in ospedale. Questo ai fini dell’assicurazione e del riscontro della nostra presenza nell’ospedale stesso.

 

                                                                                  Loretta Cremonini

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CELLULE STAMINALI

Venerdì 2 febbraio al teatro del Don Bosco si è tenuta una conferenza il cui tema era: “le cellule staminali adulte”.

Il compito di questo incontro era quello di dare maggiore informazione al semplice cittadino affinché sappia dare il giusto valore alle cellule staminali embrionali e adulte.

Devo dire che l’argomento è stato ben sviscerato, ma anche difficile soprattutto per chi non ha una cultura biologica.

Qui di seguito cerco di darvi informazioni sull’argomento nel modo più semplice possibile.

Le cellule staminali possono essere risorse per l’umanità, possono riparare difetti, curare malattie. L’importante è che vengano usate per l’uomo e non contro l’uomo.

Dobbiamo anzitutto fare una distinzione fra le cellule staminali:

1) STAMINALI TOTIPOTENTI

Hanno le stesse capacità di sviluppo delle cellule embrionali, possono cioè dare origine ad un embrione. Sono le cellule che si originano dalla fecondazione dell’oocita (ovulo della donna) fino alla sua divisione in 8 cellule.

2) STAMINALI PLURIPOTENTI

Sono quelle cellule che corrispondono alla formazione dei blastociti (cellula a forma di sfera segmentata e differenziata in un accumulo di cellule)

Hanno perso il piano corporeo, possono trasformarsi in tutti i tipi di tessuti, ma non dare origine ad un embrione.

3) STAMINALI MULTIOPOTENTI

Sono le cellule che rigenerano continuamente i nostri tessuti.

Sono contenute nelle gonadi fetali, nei tessuti oltre le 8 settimane, nel sangue del cordone ombelicale, nel liquido amniotico. Ancora nel midollo osseo e nella parete dei vasi sanguigni.

Le cellule staminali embrionali sono le migliori per possibilità terapeutiche, ma si ottengono dopo forte stimolazione ormonale delle donne che rischiano per questa manipolazione il tumore alle ovaie e per crescere hanno bisogno di un supporto come le cellule di topo o criceto che provocano spesso il trasferimento di virus interspecie.

La stimolazione ormonale nelle donne è anche usata per la fecondazione in vitro al fine di facilitare la procreazione, ma se avviene per altre risorse umane la cellula staminale deve essere riconosciuta come propria dal ricevente. Per questo si deve seguire due vie:

·         la “clonazione terapeutica in cui si prende l’oocita della donatrice, si toglie il nucleo e si introduce il nucleo di una cellula somatica del ricevente;

·         culture cellulari di cellule a cui vengono tolti i nuclei per fonderle con i nuclei del paziente, affinché li riconosca come propri.

Ora, da una parte, quale donna si sottopone a cure ormonali intense per produrre ovuli di cui solo la minima parte si salvano, rischiando il tumore all’utero solo per favorire la riproduzione di cellule staminali embrionali curative per il genere umano?

Dall’altra parte il compenso in denaro per questo servizio è altissimo e sconveniente per la ricerca.

Ed è per questi motivi che la ricerca sta studiando le cellule staminali adulte.

Una grande speranza, ci viene dalle cellule staminali amniotiche, che sono staminali adulte, che non richiedono cellule di topo per crescere e non degenerano in tumori.

Oggi si usano cellule di liquido amniotico aspirato con amniocentesi, ma la ricerca auspica che in futuro si possa usare liquido amniotico delle gravidanze a termine.

Purtroppo le notizie che parlano di cellule staminali per curare il parkinson, l’infarto, il diabete sono poco veritiere, poiché al momento sono usate in via sperimentale solo negli animali.

L’unico uso che è stato fatto nell’uomo è per la cura delle leucemie.

 

                                                                       Maria Vittoria Manani

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 SAN CAMILLO DE LELLIS e LA FAMIGLIA CAMILLIANA LAICA

San Camillo de Lellis è nato a Bucchianico (come Gesù e san Francesco in una stalla) il 25 maggio 1550. La sua famiglia era nobile di antica data, ma non ricca.

Il padre Giovanni, era un militare; la madre Camilla, una brava donna ormai avanti negli anni.

Camillo nasce monello, ama giocare coi dadi e litigare. Nessuno riesce a domarlo: la madre muore di crepacuore lasciandolo ancora ragazzo e dopo aver fatto un sogno premonitore: incinta, le era parso di vedere una schiera di bambini segnati da una croce rossa sul petto, guidati da suo figlio ( forse una banda di masnadieri condotti al patibolo?).

La sua giovane vita la trascorre partecipando come soldato a più guerre per racimolare soldi che si giocherà a carte fino a perdere sempre tutto e arrivare a toccare il fondo. Vive randagio per l’Italia, disoccupato, affamato, lacero ed infreddolito fino a quando viene soccorso ed accolto presso il Convento dei Cappuccini che gli dà fiducia. Ed è lì che incontra Dio che è il Padre e sarà un incontro per sempre.

Una piaga alla gamba sinistra ed un’ulcera alla destra lo portano a ricoverarsi, più volte nel tempo, nell’Ospedale di San Giacomo degli Incurabili. È un incontro con il mondo dell’infermità che lo sconvolge. Fa esperienza di ospedale sia come infermo, sia come Maestro di Casa: una specie di factotum ad alto livello che vive sempre vicino ai malati, anzi per loro.

Se Dio, non lo chiama a diventare un cappuccino, lo sta chiamando a mettersi disperatamente dalla parte dei poveri. Di tutti quegli sciagurati che entrano in ospedale per qualsiasi tipo di malattia ed epidemia. Giorno dopo giorno la luce si è fatta in lui. Guardando con gli occhi di Dio ha scoperto un’attenzione nuova per la persona umana:” la dignità degli uomini”.

Sentiva che doveva difendere la causa dei poveri e servire ed insegnare ad altri a servire con amore.

“Servire i poveri infermi, figlioli di Dio e miei fratelli... Gli infermi sono nostri signori e padroni, sono pupilla e cuore di Dio: quello che facciamo all’ultimo di questi poverelli è fatto a Dio stesso”… sono le parole che Camillo stesso mette sulle labbra dei giovani che vanno da lui per condividere la sua stessa vita.

Questo è ancora lo spirito dei Camillani: amare, amare e amare.

Uno spirito che è fecondo e che ha permesso di fondare la “Famiglia Camilliana Laica” che accoglie sacerdoti, religiosi e laici.

Questa emanazione dell’Ordine Religioso dei Ministri degli Infermi è una occasione cristiana che opera secondo l’ispirazione di misericordia con cui Dio ha trasformato il cuore e la vita di San Camillo de Lellis.

Si propone perciò:

·         di assistere gli ammalati nel corpo e nello spirito;

·         di sensibilizzare la comunità cristiana alla cura dei malati;

·         di collaborare nella promozione della vita e della salute;

·         di umanizzare l’assistenza sanitaria nella propria regione e nei Paesi in via di sviluppo;

·         di cooperare con le attività pastorali e sanitarie dell’Ordine Camilliano.

I membri della Famiglia Camilliana Laica sono oggi “le braccia” che Camillo chiedeva di avere per soccorrere meglio gli ammalati.

Noi tutti che operiamo con lo spirito camilliano sia in ospedale, nelle case e sul territorio, cerchiamo, in piccolissima parte, già di conseguire gli obiettivi che l’associazione laica si prefigge. Tutto questo fatto con fede, perché il modo più grande di vivere il vangelo per l’uomo sano e forte che ha davanti a sé tutta la vita in Dio è quello di difendere i deboli e i poveri.

                                                                                                                                                                                                                                            Claudia

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LA CIVITAS

Anche quest’anno si è svolta a Padova, la fiera delle associazioni (CIVITAS) un'interessante finestra che si affaccia alle realtà sociali della provincia e non solo.

L'organizzazione a mio parere non era qualitativamente paragonabile agli anni scorsi, ma i colori e la voglia di trasmettere solidarietà l'hanno saputa rendere particolarmente stimolante.

I responsabili dell’Associazione “Amici di San Camillo” in questa occasione hanno avuto la possibilità di allestire un piccolo ed indipendente stand nella zona riservata alle Associazioni di Padova. Lo spazio era irrisorio ma abbiamo cercato di renderlo attraente puntando sulla vivacità dell'esposizione.

Non eravamo preparati ad allestire un nostro spazio, e certamente c'è da dire che se fossimo stati informati per tempo di tale soluzione, saremmo riusciti a portare, oltre alla nostra esperienza, anche maggior materiale.

Nonostante i piccoli imprevisti che spesso accadono in queste occasioni è stato stimolante condividere il nostro operato con altre realtà locali, confrontandoci e facendoci conoscere sul territorio. La cosa che mi ha colpito maggiormente è stata la poca presenza di giovani interessati, per esempio, al progetto della “Teleadozione”. Mi rendo conto che non è facile attirarli o comunque coinvolgerli in progetti di grossa solidarietà, e al tempo stesso di poca attrazione pubblicitaria. Questi sono tutti dettagli che serviranno a migliorarci ulteriormente, così che continueremo, negli anni a venire, a partecipare a CIVITAS con nuovi e costruttivi stimoli , per noi adulti e per i giovani.

L'affluenza di persone, almeno nelle mattine nelle quali ero presente, non era così forte come in passato, ma sono certa che gli interessati ai nostri servizi sono stati piacevolmente informati ed attirati dalla nostra buona volontà e dalla passione che riponiamo per il nostro tipo di volontariato. Per questo è bene ringraziare quanti hanno dato il loro contributo per rendere CIVITAS un'occasione di conoscenza e di crescita.

 

La segretaria - Valentina Sperandio

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LA NOSTRA POSTA

Cari soci,

vi scrivo queste poche righe per presentarmi e fare così amicizia con voi.

Sono Valentina Sperandio, ho 25 anni vivo a Padova e sono la segretaria dell’Associazione che collabora con la socia Teresina Finco.

All’inizio dell’anno ho letto per caso nel sito del CSV (centro servizi volontariato) un bando della regione ( progetto okkupiamo) che metteva a disposizione di un giovane la possibilità di lavorare per un anno e retribuita, in un'associazione di volontariato del comune di Padova. Mi è sembrata una buona opportunità per il mio curriculum personale, e conseguentemente ho deciso di parteciparvi. Ero consapevole che non sarebbe stato facile superare la selezione vista la scarsa quantità di posti disponibili. Infatti quando uscì la lista dei giovani ammessi, il mio nome compariva tra quelli di riserva nel caso di rinuncia di altri candidati.

La mia attenzione, in origine, era rivolta ad alcune associazioni che operano nel campo dell'infanzia perchè ormai da diversi anni mi occupo di quel settore, ma quando il CSV mi richiamò per informarmi che c’era la possibilità di lavorare nell'Associazione “Amici di San Camillo” ho accettato con entusiasmo, ritenendola un'esperienza che comunque mi avrebbe insegnato molto.

Ad oggi sono quasi due mesi che faccio parte di questo “team” simpatico e volenteroso, ed anche se non ho ancora preso larga confidenza sto imparando moltissime cose nuove strettamente legate alla segreteria. Lavorando più ore al giorno in segreteria mi sono resa conto di quanto sia fondamentale per un'associazione partire da una buona organizzazione interna per sfruttare al meglio le potenzialità che si possiedono.

Mi auguro di tutto cuore che la mia presenza possa essere d'aiuto, ma sopratutto che possa avvenire uno scambio continuo di conoscenze e proposte.

Comunque io ci sarò, almeno fino ad Aprile 2008...spero di esservi utile...

                                                                                  Valentina

orari di segreteria:                                       Tel. 049/8072055

lunedì: 9:30-13:00

           15:00-17:00

martedì e mercoledì: 9:30-13:00

giovedì: 9:30-13:00

             15:00-17:00

venerdì: 15:00-19:00

 

Padova 22 maggio, 2007

 

 

Caro Iginio,

mi rivolgo a te dandoti del tu perché sono tanti gli anni che ci conosciamo e perché questo è il clima affettuoso che lega tutti noi Amici di San Camillo.

Sono appena tornata a casa dopo il tuo incontro con i volontari ospedalieri e sento viva in me l’emozione che ho provato rendendomi conto di quanto è stato fatto per l’associazione in questi anni.

Siamo partiti come piccolo gruppo, siamo diventati associazione Onlus sotto la direzione e l’impegno di Antonietta Gui fino per essere ora sempre una piccola associazione, ma con una visione del sociale che volge il suo sguardo a 360°.

Oggi sono stata felice di essere una volontaria e ho capito che in tutti questi anni, avvicinando ammalati e i loro parenti ho ricevuto tante grazie. Tante grazie che mi hanno aiutato ad affrontare la malattia, a condividere la sofferenza nel fisico e nello spirito, fino a rifiorire nella salute.

Sono orgogliosa di far parte di questo gruppo e sono convinta che tutto quello che è stato fatto fino dal primo giorno ad ora sia giusto.

Tu hai espresso bene ciò che ci anima: l’amore cristiano e sei riuscito, come in precedenza ha fatto Antonietta a dare umanità a tutto ciò che sembra arido perché svilito dalla burocrazia e dalle procedure.

Ho raccolto molti commenti positivi dai soci sul tuo lavoro e a nome loro, con questa lettera, ti ringrazio e ti chiedo di non mollare perché abbiamo fiducia in te e bisogno della tua guida.

Con affetto,     

                                                                       Claudia

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 Piccola cronaca.

 

Il 27 maggio u.s., in Ospedale è stata celebrata la festa di San Camillo, preceduta da alcuni incontri in cui il Superiore ha illustrato i punti salienti della vita e della spiritualità del Santo, mettendo in risalto la Sua conversione, frutto della misericordia del Signore, che ha portato come frutto una particolare sensibilità di Camillo verso i malati e sofferenti per i quali ha dato avvio ad una “nuova scuola di carità” in cui il malato è “al centro” del prendersi cura, perché Camillo ed i suoi compagni trovavano in lui la presenza di Cristo garantita dalle parole del Vangelo “Ero malato e mi avete visitato”. La solenne celebrazione domenicale ha visto la partecipazione di tanti malati, personale sanitario, volontari e collaboratori dei Camilliani in Ospedale. La Messa è stata animata dai canti del coro Parrocchiale San Camillo; è seguito un break per i presenti, mentre per i collaboratori è stato offerto il pranzo – ben preparato – presso la stessa parrocchia di San Camillo (PD). Un ulteriore contributo alla festa è venuto dalla bella ed interessante mostra “L’incantevole carità” allestita nel corridoio della Chiesa del Monoblocco: 33 pannelli illustrano la vita, le opere e la spiritualità di Camillo e di coloro che ne seguono il carisma.

 

 

                                                                                              Eugenio Sapori

 

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