NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE

N. 22  - APRILE 2009

INDICE

Date da ricordare

Informazioni dal Direttivo

Lutto fra i Camilliani

Il Banco Alimentare

Teleadozione

Informazioni dalle case di accoglienza

Il coraggio di prendersi cura


Date da ricordare

Impegni in vista della S. Pasqua:

4 Aprile: Ritiro spirituale a Mottinello di Rossano V.to,

Informazioni c/o Padri Camilliani, Ospedale tel. 049.821.2691

 

8 Aprile: Visita del Vescovo ai malati dell’Ospedale.

Alle ore 19.00 concelebrazione presieduta da Mons. Mattiazzo per tutti i malati, operatori sanitari e gruppi di volontari.

 

4 Aprile: Adesione dell’Associazione all’iniziativa promossa dal CSV “Porte Aperte” -I volti della solidarietà- la sede resterà aperta negli orari 10,00-13,00/ 15,00-17,30.

 

 

 

16 Aprile: Cena Sociale:  

                                     ore 18.00 Santa Messa

ore 20.00 Cena

La cena si svolgerà nel salone Parrocchiale San Camillo

Si prega di prenotare entro il 9 marzo in segreteria (L. Merc. V. 9.30 – 13.00), tel: 049/8072055;

oppure in casa accoglienza Forcellini, tutte le mattine dalle ore 9.00 alle ore 12.00. tel 049/751990;

Quota partecipazione:

                                     soci 5,00 €

                                     non soci e familiari 15,00 €

La cena sarà preceduta dalla Santa Messa presso la chiesa di San Camillo e con l’occasione si ricorderanno i soci defunti e i loro cari viventi.

 

29 Aprile: Convocazione annuale assemblea dei soci per approvare il bilancio consuntivo 2008, la relazione del consiglio direttivo, il bilancio preventivo 2009 e la relazione dei revisori dei conti.

Come ogni anno l’assemblea si terrà presso l’Auditorium del Centro Parrocchiale San Camillo (v. Verci), con i seguenti orari:

      15.00 - 15.30 rinnovo tesseramento

                                            15.30 – inizio assemblea

Quote associative:

socio ordinario: da 10,00 € in su

                            socio sostenitore: da 15,00 € in su

Le quote associative richieste serviranno per le spese postali, cancelleria ed assicurazione per il socio attivo.

                                     

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Informazioni dal Direttivo

 

Anche quest’anno siamo iscritti nell’elenco dei soggeti di cui all’art. 1 della legge del 2005 per la destinazione del 5 per mille dell’IRPEF. Vi invitiamo a destinare alla nostra  Associazione il su citato 5 per mille:

-        firmando nel quadro dedicato alle organizzazioni non lucrative ONLUS

-        riportando, sotto la firma, il codice fiscale dell’Associazione 92119670286

Il vostro sostegno sarà utizzato nel 2010 per:

-        recupero spese gestione case di accoglienza a favore dei più bisognosi

-        assistenza in ospedale alle persone in difficoltà

-        assistenza sul territorio

-        teleadozione

-        banco alimentare.

Ringraziamo tutti coloro che nell’anno 2008 hanno destinato il 5 per mille alla nostra Associazione.

 

Il direttivo comunica che, con rammarico, ha deciso di concludere la collaborazione con la SPES.

L’Ente SPES tutela mamme e bambini in difficoltà presso la “Casa delle Mamme” in Via Cesare Battisti.

Purtroppo siamo pervenuti, a questa decisione perché ci siamo resi conto delle difficoltà ad assicurare la nostra attività  notturna, di tipo assistenziale, presso la stessa Casa. Rimane comunque il nostro impegno di assistenza diurna in ospedale qualora i loro bimbi ne abbiano bisogno come il nostro spirito camilliano ci suggerisce.

A metà gennaio abbiamo lasciato l’appartamento di Via Tre Garofani, che l’Ente ci aveva concesso in comodato d’uso destinando l’arredamento, che era in ottimo stato, a più finalità:

- piccola raccolta di fondi per ammortizzare le spese

- in donazione ad una famiglia rumena

- per rimodernare la camera da letto dell’appartamento di via Lovarini.

Ringraziamo l’Ente Spes per la comprensione riservataci e rinnoviamo la nostra sincera amicizia.

 

Felicitazioni!

Giovedì 5 febbraio è nata Ilaria, la nipotina del nostro Jolly: Loretta Cremonini. Cara Loretta sei a quota sei nipoti: quattro maschi e due bimbe. Alla mamma tante felicitazioni e a te, conoscendo il tuo impegno caritativo, l’augurio di continuare avere le giornate di 48 ore!

 

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Lutto fra i Camilliani

 

Sabato 31 gennaio è mancato improvvisamente Padre Giancarlo Manzoni, sacerdote camilliano dall’11 giugno 1977. Egli, pur vivendo nella Parrocchia di S. Camillio in qualità di coadiutore del parroco Padre Roberto Nava, ha avuto modo di testimoniare la sua fede in Dio attraverso molteplici attività: ha curato la formazione dei Seminaristi Camilliani e ha dato grande spazio al ministero pastorale accanto agli ammalati, agli operatori sanitari ed ai volontari nell’ospedale di Padova. Le sue energie, il suo zelo, la sua preparazione religiosa e professionale gli hanno concesso di svolgere il suo ministero pastorale in molti campi, ma la sua mitezza e la sua riservatezza non l’hanno mai posto al centro dell’attenzione. Se ne è andato in silenzio, come ha sempre vissuto, lasciando sgomenti ed addolorati tutti coloro che lo hanno conosciuto ed amato; se ne è andato creando un gran vuoto fra i confratelli Camilliani ed in particolar modo in Padre Roberto con il quale aveva instaurato un solido rapporto fraterno.

Gli “Amici di San Camillo “ rinnovano il loro affetto e porgono le più sincere condoglianze ai confratelli Camilliani.

A te, caro Padre Giancarlo, un sincero grazie per tutto quello che hai saputo trasmetterci con il tuo discreto operare e la dedizione di una vita dedicata a coloro che soffrono.

Sarai sempre presente nei nostri cuori e siamo sicuri che dall’alto ci guiderai nel continuare la tua opera.

Claudia

 

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Il Banco Alimentare
 

Dal malato all’affamato …. Tutti i volti di Gesù.

Gli  Amici di San Camillo sono nati per  assistere i malati, nella tradizione del Santo del quale vantano l’amicizia. Poi l’assistenza si è estesa ai  familiari che hanno bisogno di stare vicini ai loro cari ricoverati in ospedale. Per loro sono nate le case di accoglienza dove trovano ospitalità a costi molto contenuti e l’attenzione dei volontari che cercano di alleviare le difficoltà di una trasferta spesso lunga e faticosa.

L’attenzione degli Amici si è quindi focalizzata sulle persone anziane che affrontano, spesso sole e in precarie condizioni di salute, una delicata fase della vita. Così nacque il progetto “Adotta un anziano”. 

Di recente l’attività di volontariato si è estesa a coloro che, sempre più numerosi a causa della crisi globale che si è abbattuta sulle economie mondiali, vivono in condizioni di indigenza e faticano a procurarsi “il necessario alimento”.

In tutta l’umanità sofferente a causa della infermità, propria o dei propri cari, della vecchiaia o della scarsità di mezzi di sussistenza si manifesta il volto di Gesù al quale dedichiamo quel poco che riusciamo a donare.

Piccoli aiuti crescono

Già da qualche anno alcuni Amici di San Camillo hanno svolto una attività di distribuzione di aiuti alimentari. Infatti dal 2004 la Croce Rossa di Padova ci consegnava, ogni tre o quattro mesi, alcuni generi alimentari di prima necessità presso la Casa di Accoglienza di via Forcellini e poi smistati, tramite i volontari, alle famiglie bisognose.

Nel 2008 circa dieci volontari hanno distribuito 275 Kg di alimenti a una ventina di famiglie per un totale di circa ottanta persone.

Il 2009 è iniziato “alla grande”. Infatti, dopo vari mesi di preparazione e iter burocratici, è stata accolta la nostra domanda al Banco Alimentare del Veneto – ONLUS della Compagnia delle Opere a Verona. Il nuovo “fornitore” ha sostituito da quest’anno la Croce Rosa di Padova alla quale vanno in nostri sentiti ringraziamenti per quanto ci ha procurato negli anni trascorsi.

Nel solo mese di febbraio 2009 abbiamo ricevuto 160 Kg di alimenti dal Banco Alimentare (circa metà dell’intero quantitativo del 2008) ed è prevista una analoga consegna ogni mese!

Finalmente abbiamo anche noi il “Banco Alimentare” e possiamo assicurare agli indigenti, quelli già noti e quelli che si vanno aggiungendo, un rifornimento alimentare frequente e “sostanzioso”.

Nell’Associazione è attivo un Gruppo di Lavoro, chiamato appunto “Banco Alimentare”, che sta impegnandosi per adeguare l’organizzazione e la logistica ai nuovi obiettivi, in particolare stiamo cercando di   aumentare il numero dei volontari impegnati nella distribuzione dei generi alimentari

I nuovi samaritani

L’attività del “Banco Alimentare” avviene sulla base di quanto ci assegna mensilmente  l’ente Banco Alimentare di Verona, la “materia prima”. Occorre quindi ritirare gli alimenti e gestirne il deposito.

Tuttavia la risorsa principale di questa attività assistenziale è costituita dai volontari. Loro sono gli “occhi” che vedono i bisogni, le “orecchie” che ascoltano le segnalazioni di nuovi indigenti e le “braccia” che portano i pacchi a chi ne ha bisogno. Da una diecina sono già passati a circa quindici gli “Amici” che dedicano un po’ del loro tempo a questa attività. Bastano due o tre ore al mese per “dar da mangiare agli affamati”, almeno ad alcuni!

Chi vuole fare la sua parte, basta che si iscriva all’Associazione (10€ per l’anno 2009) e lo segnali alla segreteria (tel.0498072055), verrà contattato da un componente del Gruppo Banco Alimentare. Anche le segnalazioni di nuovi famiglie o persone indigenti che potrebbero ricevere gli aiuti alimentari possono essere fatte telefonando alla segreteria.

Vittorio Galassi

 

 

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Teleadozione

 

Prosegue il programma di espansione dell'attività rivolta agli anziani soli e in situazione di disagio del nostro territorio. Il Centro Servizi del Volontariato ha approvato il nostro progetto di crescita accettando l'obiettivo che ci siamo posti di arrivare entro il prossimo settembre ad un numero di 35 volontari e 35 assistiti. Sempre molto difficile resta però l'arruolamento di nuovi volontari!

A breve tenteremo di rivolgerci anche al mondo universitario ma riteniamo che la prima fonte è e deve restare l'ambito della Parrocchia di S. Camillo di cui portiamo il nome. Pensiamo a qualche giovane ACR o SCOUT, anche con impegno di tempo molto “contenuto e flessibile" perché sappiamo che i giovani hanno poco tempo.  Chiediamo l'aiuto dei responsabili di questi gruppi confidando che possano convintamente e concretamente aiutarci in questo umanissimo progetto di solidarietà umana, che arricchisce molto più chi dà di chi riceve.

  Gabriele Pernigo

 

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Informazioni dalle case di accoglienza

Relazione di Marcella Frigo e Chiara Canazza 

La vita nelle case di accoglienza è, in questi ultimi mesi, soddisfacente. Le stanze e l’appartamento sono sempre occupati, questo grazie anche alla collaborazione con i volontari responsabili della casa di Via Verci. A loro va il nostro grazie per la sensibilità finora dimostrata nel trovare una sistemazione idonea agli ospiti che a loro si rivolgono.

Nel mini di via Lovarini è stato cambiato l'arredo della cucina grazie al mobilio che il signor Paccagnella ci ha regalato. L'ambiente, ora, è più confortevole e ospitale anche perchè il gruppo "Fantasia e Allegria" ha provveduto a confezionare, grazie alle preziose mani della volontaria Zago Antonietta, simpatici cuscinoni, copriletto e copritavolo. Ultimamente l'appartamento viene richiesto soprattutto da famiglie con bambini in cura presso la pediatria oncologica.

 

 

Questo periodo soddisfacente è anche frutto dell’impegno costante e a volte faticoso delle nostre volontarie che dedicano molte ore del loro tempo anche fuori dei turni prefissati. 

Continua il corso di informatica iniziato nell'ottobre scorso e suddiviso in due livelli: livello base e livello intermedio. Il primo gruppo ha affrontato il sistema operativo WINDOWS, l'utilizzo di INTERNET, e la gestione della posta elettronica, mentre il secondo gruppo si cimentava con POWER POINT e il foglio elettronico EXCEL.

Successivamente i due gruppi si sono riuniti per affrontare la gestione delle immagini e la fotografia digitale. E' stato acquistato un nuovo proiettore indispensabile per l'attività. Il corso è stato ed è tuttora un vero successo, grazie agli insegnanti FABIO CAGOL e ANTONIO DE PIERI che, con professionalità e tanta pazienza, seguono i corsisti. 

 

                                                    Marcella Frigo

 

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Il coraggio di prendersi cura

Relazione di Katiuscia Moltisanti

“Chi si prende cura di un soggetto in stato vegetativo non è un ingenuo, è ben cosciente di non poter guarire, ma è altrettanto cosciente che la sua dedizione e la sua competenza professionale possono fare molto in termini di sostegno e di conforto umano”.[1]

Giovan Battista Guizzetti, medico chirurgo specializzato in geriatria e gerontologia, da circa dieci anni è responsabile U.O. Stato vegetativo presso il Centro Don Orione di Bergamo, di un reparto che accoglie circa 20 soggetti. Una testimonianza d’amore e di cura la sua, che sgrana lungo un dibattito privo di un’univoca risonanza. La testimonianza e la coscienza del valore assoluto di ogni persona, qualunque sia la sua condizione, un valore supremo in un mondo dove il concetto di qualità di vita subisce un lento e costante deterioramento, lungo direttrici che ne sbilanciano il senso primitivo, di riscatto delle fasce deboli (emarginati a causa di malattie, debolezza economica, disabilità), per un procedere lungo assi che conducono ad un’idea di qualità di vita posta in relazione alla capacità di produrre, consumare e godere del pieno benessere fisico.

Il coraggio di prendersi cura, in una realtà dove un nuovo scientismo vuole definire che sia o non sia persona umana, chi sia o no degno di vivere.

Guizzetti, partendo dal pragmatismo del suo essere medico, spiega quale la domanda di cura e quale l’assistenza da garantire a chi vive in un “misterioso modo”:[2]

 Se un medico non riesce a guarire il paziente, non riuscendo a riportarlo nella condizione precedente la malattia, ha fallito?[3]

A un paziente che giunge in un reparto di terapia intensiva si possono aprire tre scenari: la sopravvivenza con un completo o comunque accettabile recupero della funzionalità, l’indebito prolungamento del processo del morire, bloccato nel suo compiersi dalle tecniche rianimatorie (accanimento terapeutico) o, infine, l’evoluzione verso una condizione di disabilità più o meno severa che nel suo livello più grave configura lo stato vegetativo. Basta avere come scopo il solo mantenimento in vita per iniziare e mantenere un trattamento rianimatori od occorre un previo giudizio di qualità sull’esito del nostro intervento? Il nostro agire trarrebbe legittimità solo da un successo globale? Un esito rappresentato da una più o meno grave compromissione dello stato di coscienza sarebbe comunque da considerarsi un fallimento da evitare in qualunque modo, anche con la morte del soggetto? Non penso che il successo di un intervento medico sia definito dal recupero totale. Se la guarigione completa fosse lo scopo del nostro agire e il criterio per stabilirne la bontà gran parte dei nostri interventi non avrebbe senso. Conosco molte persone che sono rimaste in vita, anche con deficit funzionali gravi, che sono felici di esser ancora vivi, che hanno saputo ricostruire un’esistenza assolutamente dignitosa a partire da quel poco o tanto che è rimasto funzionalmente integro.

I suoi pazienti le hanno mai chiesto di morire?

Non voglio più chiamare coloro che assisto pazienti, non li considero dei malati, ma piuttosto dei disabili, dei gravissimi disabili. Nel libro che ho scritto dedico un capitolo intero a questo aspetto perché apre delle prospettive completamente differente nel percorso di presa in carico dello stato vegetativo. Ovviamente le persone di cui mi prendo attualmente cura non comunicando non mi hanno mai potuto chiedermi di lasciarli morire. Ma in questi dieci anni nessuno dei loro parenti mi ha mai fatto una tale richiesta perché se hai la possibilità di sperimentare una condivisione, un sostegno anche se vivi una condizione di grave fatica come è lo stato vegetativo, questa condizione diventa meno pesante da portare e lo sguardo che porti su chi ancora ami è diverso , non so come dire, ma sai accettarlo ed amarlo anche in quello stato.

“Il tempo trascorso a prendermi cura di queste persone non mi ha mai fatto pensare che il mio impegno rappresentasse per loro un surplus di sofferenza inflitta e per me una perdita di dignità professionale, ma mi ha portato spesso a domandarmi se il desiderio che quella loro vicenda si concluda, risponda davvero ad un’esigenza per quell’essere o non sia invece espressione di una nostra incapacità a stare di fronte a loro”.[4]


 

[1] Giovan Battista Guizzetti, Un misterioso modo di vivere in Famiglia Oggi n°2 2008, pag. 34.

[2] Ibi pp32-39

[3] Cfr. Francesco Alberoni, Il testamento biologico e l’umano in http://mariomasi.wordpress.com/2006/12/26/il-testamento-biologico-e-l%E2%80%99umano-nascosto-%E2%80%93-intervista-a-giovanni-battista-guizzetti/.

[4] Giovan Battista Guizzetti, Né accanimento Né eutanasia, in Scienza e vita, 28 Novembre – 5 dicembre 2006.

 

 

 

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