Informazioni del Presidente
Serata Raccolta Fondi - Concerto d'autunno
La
nostra associazione organizza per venerdì 25 ottobre una
serata di Raccolta Fondi con un concerto presso il Teatro
Don Bosco di Via S. Camillo de Lellis. Parteciperà il "Coro
Voci Bianche Pollini" diretto dalla Sig.a Marina Malavasi.
Seguirà un programma lirico ottocentesco organizzato e
diretto dal prof. Alberto Tecchiati con il pianista Aldo
Fiorentin ed il soprano Paola Marzolla. Daremo più precise
informazioni in prossimità dell'evento.
Queste serate sono molto importanti perché fanno conoscere
le varie attività della nostra Associazione e ci legano
sempre più alla comunità di cui facciamo parte. Preghiamo
quindi tutti i soci di appuntarsi in agenda questa
manifestazione e di cominciare a pensare agli amici cui
estendere più avanti l'invito.
Assemblea Ordinaria dei soci del 18 aprile 2013
In
apertura di Assemblea Il Presidente ha illustrato le
principali attività svolte dall'Associazione nell'anno 2012
ed invitato il Tesoriere Cardin a dare lettura del Bilancio
Consuntivo 2012. E' stata poi letta la Relazione dei
Revisori dei Conti attestante la regolarità della gestione
ed il parere favorevole all'approvazione del bilancio.
L'Assemblea ha approvato il Bilancio Consuntivo 2012
all'unanimità.
Successivamente è stato letto e discusso il Bilancio
Preventivo 2013-2014. L'Assemblea, udita la proposta del
Consiglio Direttivo di triplicare quanto fatto nel 2012 per
gli interventi di solidarietà nei vari ambiti e di dare un
maggior sostegno all'attività del Banco Alimentare, con
grande spirito di sensibilità e fratellanza ha approvato il
Bilancio Preventivo 2013-2014 dando mandato al Consiglio di
attuare un piano di sostegno e solidarietà alle famiglie più
bisognose anche oltre i termini della proposta formulata.
Cena sociale del 2 maggio 2013
Preceduta
dalla S. Messa celebrata da Padre Giuseppe Lechthaler nella
cappella della Parrocchia di S. Camillo cui hanno
partecipato numerosi nostri volontari. E' stato sottolineato
lo spirito di ringraziamento che dobbiamo avere verso il
Signore per averci permesso di svolgere nel corso dell'anno
2012 numerose attività verso i fratelli che soffrono ed
hanno tanti disagi in questo drammatico tempo di crisi. Fare
del bene significa camminare nel sentiero tracciato da Gesù
che ci ha invitato ad amare i nostri fratelli come Lui ci ha
amato. In questo senso ne abbiamo di strada da percorrere, e
se è vero che far del bene ci fa star bene non dobbiamo mai
sentirci appagati e realizzati nei nostri obiettivi ma
cercare di capire i nuovi bisogni, seminando calore e
speranza.
Alla cena nel Patronato, come sempre di qualità per merito
di Rosa Testa e delle sue brave collaboratrici, erano
presenti oltre 60 persone ed è stato davvero bello
ritrovarci assieme così numerosi in un clima di amicizia e
di appartenenza alla grande Famiglia di S. Camillo. Ci hanno
onorato della loro presenza Padre Roberto, padre Renzo,
padre Paolo, l'Assessore al Sociale del Comune di Padova
Fabio Verlato ed il Direttore del Centro Servizio del
Volontariato di Padova Dott. Alessandro Lion.
Il Presidente Gabriele Pernigo
Campagna per la firma a "Uno di noi"
La
questione si concentra in una sola domanda: il bimbo, che
viene concepito e comincia ad esistere all'interno della
madre, è un essere umano? Valgono anche per lui i principi
di eguaglianza e di solidarietà?
L'argomento che vince la innata resistenza della madre
rispetto alla prospettiva dell'aborto è che almeno durante
le prime fasi della gravidanza nel seno materno non vi è un
essere umano, ma un grumo di cellule, quasi una vita
impersonale, senza coscienza.
I più moderni strumenti chimici (pillola del giorno dopo,
pillola dei 5 giorni dopo, Ru486) rendono quasi impossibile
qualsiasi azione in difesa del diritto alla vita.
Non c'è dubbio, perciò, che il riconoscimento pubblico e
legale della qualità di essere umano del concepito
servirebbe concretamente a difendere la vita.
Sull'embrione si fanno anche molte sperimentazioni, trattato
come un oggetto qualsiasi, e non come un essere umano; è
chiaro che l'embrione non può difendersi da solo da tale
aggressione.
Ecco il perché dell'iniziativa della firma per aderire alla
proposta di "Uno di noi" di chiedere all'Europa di rendere
legale la protezione del nascituro, per difenderlo e per
salvaguardarne i diritti umani fondamentali. Con la firma,
infatti, si chiede all'Europa di riconoscere che il bimbo,
già dall'inizio del suo concepimento, è uno di noi, e come
tale deve essere difeso nei suoi diritti a vivere e ad
essere curato e benvoluto.
Per chi vuole firmare è sufficiente andare sul sito di
internet "uno di noi" del movimento per la vita, e porre la
propria adesione.
L'autismo non è più malattia rara
Campagna del Campus Bio-Medico di Roma per i malati di
autismo
Una malattia che si manifesta intorno ai tre anni di vita
con la difficoltà sempre più evidente a intrecciare
relazioni con gli altri, fino al completo isolamento e alla
difficoltà di vivere una vita sociale e lavorativa.
Questo è l'autismo, un tempo considerata malattia rara.
Oggi, se si confronta la sua incidenza sulla popolazione con
gli scarsi strumenti a disposizione di pazienti e famiglie
per affrontarla, si potrebbe piuttosto parlare di una
malattia ancora in buona parte sommersa. Di qui la necessità
di proseguire nella ricerca. Ed è con questo obiettivo che
nasce la campagna "Non lasciamoli soli", promossa
dall'Associazione "Amici del Campus Bio-Medico" Onlus.
Salvatore Sabatino ha intervistato il Professor Antonio
Persico che dirige i progetti condotti dall'Unità di Ricerca
di Neuropsichiatria dell'Università Campus Bio-Medico di
Roma. Alla domanda di ulteriore approfondimento risponde che
l'autismo è una patologia, in cui praticamente è coinvolta
sia l'interazione sociale sia la capacità di comunicare con
gli altri - quindi persone che appaiono molto isolate - sia
la presenza di comportamenti particolari, come per esempio
sfarfallare con le mani oppure non guardare negli occhi o
non girarsi quando una persona ti chiama.
D.
Quante sono le persone coinvolte?
R.
Sono molte più di quelle che si stimavano un tempo. Oggi si
sa che all'incirca ad un bambino ogni cento che nascono, nel
corso della sua vita, verrà diagnosticata una sindrome
autistica. Quando noi parliamo di un caso su cento, stiamo
generalmente parlando di forme piuttosto importanti. Quando
una persona ne viene colpita e quando noi ad un bambino
facciamo una diagnosi di autismo prima dei tre anni, con
tutti gli interventi terapeutici che sono oggi disponibili,
quel bambino, bene o male, comunque sia, sarà un adolescente
autistico, un adulto autistico ed un giorno un anziano
autistico. E' molto importante, quindi, lo sforzo che si
vuole fare in questo momento, per finanziare la ricerca, per
comprendere le cause della malattia, per fare una diagnosi
precoce, quindi un intervento terapeutico più mirato.
D.
Lei diceva "un bambino ogni cento", ma nel 1985 nascevano
dai tre ai quattro bambini autistici ogni 10 mila. Come mai
questo incremento?
R.
Una causa sicura e che l'incremento apparente probabilmente
è dovuto ad una maggiore capacità diagnostica, che noi oggi
abbiamo, e al fatto che un tempo li si sarebbe chiamati in
altro modo. A quell'epoca si sarebbero più facilmente
chiamati ritardi mentali o altro. In realtà, è probabile
però che ci sia anche un reale aumento d'incidenza, perché
alcuni fattori ambientali che agiscono in epoca prenatale
sono molto più presenti oggi di un tempo, ma soprattutto
perché l'età dei genitori, al concepimento del primo figlio,
si sta facendo sempre più avanzata, e questo noi sappiamo
che è da sempre correlato ad un aumento dell'incidenza di
malattie, che bene o male hanno un'importante componente
genetica.
D.
La ricerca verso una cura si sta indirizzando verso terapie
molecolari personalizzate, già in fase avanzata di studio,
per alcuni sottogruppi di pazienti. Cosa vuol dire questo?
R.
Vuol dire che se si riesce a fare una diagnosi che non sia
semplicemente una diagnosi di autismo presente-assente, ma
una diagnosi molto più raffinata, una diagnosi cioè in cui
noi di un soggetto conosciamo anche la struttura genetica e
quindi l'origine precisa ed esatta della malattia, per
alcuni soggetti già oggi sono disponibili terapie che si
stanno utilizzando in termini ancora sperimentali, che
possono effettivamente mostrare un'efficacia mirata. Ora,
questo campo delle terapie molecolari personalizzate è un
campo che deve crescere, deve crescere molto, come deve
crescere la conoscenza delle basi molecolari della malattia
sul singolo individuo. La ricerca per questa tremenda
malattia, e di tante altre, è ben diversa da quanto molti
ricercatori vogliono effettuare sugli embrioni concepiti con
la tecnica extracorporea.
a
cura di Claudia Carubia
Informazioni dall'ospedale
Cari
amici,
come faccio spesso, desidero informarvi di quanto e come le
volontarie sono impegnate in ospedale. Si è da poco conclusa
una assistenza che ci ha assorbite completamente per un
mese e mezzo circa: infatti era ricoverata in pediatria una
bimba nigeriana di appena un mese. Era sola poiché la sua
mamma con la sorellina di 4 anni erano ricoverate agli
infettivi per TBC. Il papà non poteva accudirla perché
impegnato al lavoro. La piccola Edeh, bella come il sole, è
stata da noi cullata, cambiata, coccolata e credo che con
tutte le nonne che si sono prese cura di lei, giorno e
notte, non le sia mancato amore. Un altro caso riguarda
Simone, un bimbo di 8 mesi che è stato da noi seguito per
quasi 3 mesi, dopo un periodo in terapia intensiva per un
grave trauma cranico.
Devo dire che ci mancano entrambi molto, anche se l'impegno
è stato notevole, speriamo e li affidiamo al Signore
affinché la loro vita continui senza altri problemi.
Ora seguiamo una piccolissima bambina di nome Rania
ricoverata per gravissimi problemi respiratori: preghiamo
anche per lei e per la sua mamma che sta soffrendo
tantissimo.
Annalisa Pizzoccaro
Preghiera di un anziano
Benedetti quelli che mi guardano con simpatia.
Benedetti quelli che comprendono il mio camminare stanco.
Benedetti quelli che parlano a voce alta per minimizzare la
mia sordità.
Benedetti quelli che stringono con calore le mie mani
tremanti.
Benedetti quelli che si intessano della mia lontana
giovinezza.
Benedetti quelli che non si stancano di ascoltare i miei
discorsi già tante volte ripetuti.
Benedetti quelli che comprendono il mio bisogno di affetto.
Benedetti quelli che mi regalano frammenti del loro tempo.
Benedetti quelli che si ricordano della mia solitudine.
Benedetti quelli che mi sono vicini nella sofferenza.
Beati quelli che rallegrano gli ultimi giorni della mia
vita.
Beati quelli che mi sono vicini nel momento del passaggio.
Quando entrerò nella vita eterna mi ricorderò di loro presso
il Signore Gesù Cristo.
A
proposito di sprechi
E'
interessante sapere che finalmente, anche a livello europeo,
verrà discusso il tema degli sprechi alimentari e relativa
riduzione. E' un argomento che verrà affrontato con impegno
in sede comunitaria dove già dal 2012 il problema delle
eccedenze è stato oggetto di una risoluzione del Parlamento
Europeo. Infatti, da quanto trasmesso sui notiziari, in
Europa si getta annualmente cibo per 179 chilogrammi per
abitante e contemporaneamente ci sono 79 milioni di persone
che vivono sotto la soglia di povertà. Di queste solo 16
milioni hanno ricevuto aiuti in grado di assicurare almeno
il pasto giornaliero.
Se a questo aggiungiamo che nei mercati non tutti gli
alimenti vengono venduti, (tipo frutta, verdura e pesce,
facilmente deperibili), ma gettati al macero ci viene
proprio da chiedere quale sistema usare perché tanto ben di
Dio non vada più sprecato. Speriamo che i nostri politici
trovino delle adeguate soluzioni e che l'animo dell'uomo
torni a scoprire quanto è bella la condivisione.
SERVIZIO DI ASSISTENZA ALIMENTARE
Una
precisazione dovuta.
Come
sapete la nostra Associazione è convenzionata con il Banco
Alimentare del Veneto ONLUS che ogni mese ci mette a
disposizione la maggior parte degli alimenti per i nostri
assistiti. Ci è stato recentemente chiesto di non utilizzare
il nome "Banco Alimentare" per non ingenerare confusione.
Si è deciso che d'ora in poi la nostra attività si chiamerà:
"Servizio
di
Assistenza Alimentare".
Da
"distributori" a "raccoglitori".
Il
nostro Servizio di Assistenza Alimentare è nato nel 2008
come attività di distribuzione degli aiuti alimentari che
ritiravamo dal Banco Alimentare del Veneto ONLUS a Verona.
Da allora il servizio è cresciuto fino alla dimensione
attuale di 42 famiglie assistite per 141 persone e grazie al
lavoro di 15 volontari operativi. Ogni mese distribuiamo
circa 800 Kg di alimenti. Di questi, circa 500 Kg provengono
dal Banco Alimentare del Veneto ONLUS (che ora dispone di un
magazzino anche a Padova) mentre i rimanenti 300 Kg
provengono dalle collette alimentari.
Ci sono le collette realizzate tramite le parrocchie (San
Camillo, San Paolo e Terranegra), e quelle tramite le
scuole "amiche" ( es. le Scuole Primarie dell'Infanzia
"Opera Mons. Liviero" di Via del Santo). Infine ci sono le
collette realizzate direttamente da noi presso i
supermercati grazie al lavoro dei nostri volontari (spesso
coadiuvati da amici e parenti) ed alla preziosa
partecipazione degli scouts della Parrocchia di S. Camillo.
4
maggio 2013: la colletta da Ali'
L'ultima colletta alimentare in ordine di tempo l'abbiamo
fatta il 4 maggio 2013 presso il supermercato Alì di via
Forcellini.
La Provvidenza è stata generosissima ed abbiamo raccolto
circa 1600 Kg di alimenti!
Tale "raccolto" ci permette, insieme agli aiuti che
riceveremo dal Banco Alimentare del Veneto ONLUS, di coprire
il fabbisogno dei nostri assistiti attuali fino a settembre
2013.
Le chiavi del successo di questa colletta, come delle
precedenti presso Alì di via Nazareth, sono l'appartenenza
al territorio, l'entusiasmo dei volontari, dei giovani
scouts e l' organizzazione.
I nostri volontari conoscono e sono conosciuti dai clienti
che ci donano i "sacchetti per i poveri". Il dono ci viene
affidato con la fiducia che verrà effettivamente portato ai
bisognosi senza troppi "passaggi intermedi". Anche i giovani
scouts contribuiscono con la loro presenza e la loro
spontaneità a creare fiducia nei donatori.
L'organizzazione è essenziale per il buon fine della
colletta sia nella preparazione (volantini, scatoloni,
sacchetti, turni, trasporti, ecc.) sia nell'esecuzione. Si
tratta di movimentare una
tonnellata e mezza
di merce che alla fine della giornata deve trovarsi in
magazzino chiusa in scatoloni divisi per tipo di alimento e
inventariati fino all'ultimo chilogrammo.
Ma la cosa più importante in assoluto è la generosità di
tutti coloro che, nei limiti delle proprie possibilità,
accolgono l'invito al dono! Il dono è la parola chiave.
Tutti i partecipanti alla colletta ricevono il loro dono.
Ovviamente gli assistiti, persone bisognose che aspettano il
"pacco" ogni mese come la manna dal cielo. Ma anche chi fa
la spesa e ci passa il "sacchetto per i poveri" ha in dono
la gioia di poter aiutare con un gesto semplice chi sta
peggio. Per noi dell'Associazione Amici di San Camillo, così
come per gli scouts al nostro fianco, c' è il dono di una
giornata fantastica vissuta con gioia in amicizia e
allegria.
Le altre collette
Alcune
parrocchie del Vicariato San Prosdocimo che condividono con
noi il Servizio di Assistenza Alimentare hanno contribuito,
nel 2013 con regolarità e generosità. San Paolo ha raccolto,
come consuetudine in periodo di Quaresima, ben 380 Kg.,
Terranegra, con le raccolte mensili, ha portato finora 160
Kg., San Camillo ci ha trasferito parte della colletta
dell'11 maggio, circa 120 Kg.
Le Scuole Paritarie dell'Infanzia Primaria"Opera Monsignor
Liviero" ci hanno conferito 250 Kg per i quali rinnoviamo i
ringraziamenti alla Rev.ma Direttrice Anna Maria Menesello.
Considerazioni
La
dimensione del Servizio di Assistenza Alimentare della
nostra Associazione ha quasi raggiunto il massimo
"gestibile" con le risorse disponibili. E' necessario
mantenere l'attenzione e il controllo sul numero degli
assistiti e quindi sulle nuove richieste.
La procedura per aggiungere nuovi assistiti è semplice ma
"rigorosa": il volontario proponente valuta la situazione di
bisogno, compila un semplice modulo (reperibile in
segreteria) e lo consegna in segreteria alla nostra
volontaria Antonietta Alfonsi che, con la sua
esperienza di assistente sociale, è stata incaricata dal
Consiglio Direttivo di valutare il merito della richiesta.
E' importante, non potendo soddisfare tutte le richieste,
prestare la nostra assistenza innanzitutto ai più bisognosi!
Un'altra considerazione riguarda l'importanza di farci
sempre più conoscere. Le collette fanno bene
all'Associazione e la notorietà fa bene alle collette perché
accresce la fiducia nel nostro operato.
Infine un appello a tutti coloro che leggono queste righe e
che magari abbiamo incontrato per pochi istanti alla
colletta: Abbiamo bisogno di volontari! Gli indigenti,
spesso più vicini di quanto si pensi, hanno bisogno che
qualcuno si interessi a loro. E' facile: si può cominciare
dedicando 2 ore al mese, magari di sabato. Basta essere
automuniti. Tramite la nostra segreteria potete offrirvi per
diventare volontario/a ed entrare nel team!
Grazie.
Vittorio
UN
RICORDO DI LUISA MALESANI
Un lunedì mattina dei primi di aprile di quattro anni fa mi
recai al Centro Aiuto alla Vita per concordare gli aiuti da
fornire ad una mamma in difficoltà che stavamo seguendo col
volontariato.
Terminato il colloquio con la responsabile del Centro,
uscendo dalla stanza, incontrai Luisa in compagnia di una
giovane signora. Dopo il nostro cordiale saluto, mi spiegò
il motivo della sua presenza al CAV. Mi presentò la giovane
donna che era con lei e mi disse che già da diverso tempo la
stava seguendo col Banco Alimentare, perché la signora,
Miriam (nome di fantasia) non trovava lavoro, il marito
guadagnava poco lavorando per alcune ore in una cooperativa
di pulizie, ed avevano due bambini, il più piccolo di soli
due anni. Ora la situazione si era complicata in quanto la
signora era rimasta incinta e, purtroppo, presa dalla
disperazione, era assolutamente determinata a voler
abortire: aveva addirittura già dato la prenotazione per
l'intervento. Luisa mi spiegò che, vedendo che non c'era
modo di dissuaderla da tale gesto, aveva pensato, come
ultima chance, di condurla al CAV.
A quel punto Miriam cominciò a piangere e a dire che capiva
la gravità del suo gesto, che era contro i suoi principi, ma
che non aveva scelta e che comunque era già ormai tutto
stabilito:
mi fece vedere
la prenotazione per l'aborto. Ricordo ancora la data
dell'appuntamento: il 12 aprile.
Poi, sempre piangendo, mi fece vedere le bollette da pagare
e gli arretrati dell'affitto. Luisa ed io la rassicurammo
che, se avesse desistito dall'aborto, sicuramente la nostra
associazione l'avrebbe aiutata e che avremmo cercato di
esserle vicina coinvolgendo anche la Caritas della sua
parrocchia, oltre naturalmente all'aiuto che il CAV
sicuramente avrebbe dato: cercavamo di convincerla che non
sarebbe stata sola ma che avrebbe trovato una rete ben
coordinata di aiuti e, come primo gesto concreto di questo
impegno che stavamo promettendo, ci siamo fatte consegnare
le bollette assicurando che avremmo provveduto noi al loro
pagamento.
Tutte le nostre proposte risultavano inutili, comprese
quelle della volontaria del CAV. In questa occasione ho
avuto modo di apprezzare il modo di agire di questa
volontaria, certamente ormai molto esperta di simili
situazioni. Parlando con Miriam, la conduceva, in modo
discreto, a pensare alla vita della creaturina che portava
in grembo. Ricordo che invece di ribattere alle
argomentazioni della donna, prese in mano il calendario e
cominciò a contare i mesi che mancavano ai giorni del parto,
a parlare di corredini, di aiuto mensile che sarebbe stato
fornito dal CAV alla famiglia, dei pannolini forniti, delle
visite ginecologiche gratuite, del sostegno psicologico e
così via.
Niente da fare: Miriam sembrava irremovibile!
Ci lasciammo così e per alcuni giorni non seppi più nulla,
anche se il mio pensiero ricorreva molto spesso a questo
incontro. Un bel giorno mi telefonò Luisa dicendomi, con un
grande sospiro di sollievo, che Miriam non aveva abortito e
si era convinta a portare a termine la gravidanza.
Era successo infatti che Luisa aveva continuato le sue
ricerche di aiuto ed aveva trovato una valida collaboratrice
in una volontaria della Caritas della parrocchia di Miriam,
nonché volontaria nel CAV stesso. Luisa era andata insieme a
lei a trovare Miriam a casa sua: programmarono concretamente
gli aiuti da fornire, e un po' alla volta riuscirono a
convincerla a rinunciare al grave passo che stava per
compiere. In effetti le promesse di questa rete di aiuti
furono mantenute per tutto il periodo della gravidanza,
finché il 5 ottobre nacque una bellissima bambina, accolta
con grande gioia da tutti.
Il servizio di aiuto continuò e continua tuttora: Miriam sa
che può contare sull'aiuto di queste associazioni. Ciò che
non ha mai saputo è che ogni mese, fino alla sua morte,
Luisa versava regolarmente all'Associazione Amici di San
Camillo un sostanzioso sostegno mensile per integrare la
quota che la nostra Associazione si era impegnata a versare
per coprire le spese dell'asilo della bambina e delle
bollette a cui la famiglia non riusciva a far fronte.
Quando mi è giunta la notizia della morte di Luisa, avevo
ancora accanto al telefono la ricevuta del versamento che
avrei dovuto farle giungere.
Sono certa che adesso Luisa abbia ricevuto in Cielo non solo
l'ultima, ma anche tutte le precedenti ricevute, aumentate
di valore a dismisura, in premio della sua grandissima
generosità e disponibilità.
Loretta
Cremonini
Conoscevo Luisa da tanti anni perché è stata insegnante di
religione di mia figlia Patrizia e perché Francesco, suo
figlio, era l'animatore dei miei figli. Ci ha legato sempre
un grande affetto e tanta stima nata e cresciuta nei nostri
incontri di catechesi e preparazione alle lezioni di
catechismo.
Posso dire che i nostri rapporti erano quasi giornalieri
tanto da farmi capire quanto amore aveva per l'altro, per il
più debole e seppur di carattere molto deciso sapeva
mettersi in discussione ed ascoltare chi aveva dinnanzi. Si
è impegnata per parecchi anni come volontaria delle case di
accoglienza della nostra Associazione e ricordo con affetto
e gratitudine quando, seppur in difficoltà di deambulare,
chiedeva di darle l'opportunità di fare il suo servizio fra
i parenti degli ammalati come unico modo di essere utile al
prossimo.
Luisa, ci hai insegnato cos'è amare, cos'è essere
integerrimi e riconoscenti verso il prossimo e sapevi dire:
grazie!
Grazie a te Luisa.
Claudia
Carubia
Una delle tante donne che hanno migliorato il mondo:
Santa Caterina da Siena
E'
un fatto che non si può negare: le donne sono presenti in
maggioranza in molti ambiti delicati della vita sociale. Un
esempio? Quando si celebra la santa Messa (specialmente nei
giorni feriali) se non ci fossero le donne, ci sarebbe
spesso solo il prete sull'altare. E un altro esempio, fra i
tanti che si potrebbero offrire come evidenti, la loro
presenza nel mondo del volontariato.
E non è solo un fatto di oggi quanto stiamo esprimendo.
Desidero presentare una fra le tante donne, che hanno avuto
un ruolo preminente nella storia della chiesa; una santa
piuttosto famosa, ma - forse - poco conosciuta in
profondità: santa Caterina da Siena.
Il secolo in cui visse - il quattordicesimo - fu un'epoca
travagliata per la vita della Chiesa e dell'intero tessuto
sociale in Italia e in Europa.
Una vita breve la sua: nata a Siena, nel 1347, morì a Roma,
nel 1380, a 33 anni. A 16 anni, spinta da una visione di san
Domenico, volle consacrarsi all'ideale domenicano. Rimanendo
in famiglia, si dedicò alla preghiera, alla penitenza, alle
opere di carità, soprattutto a beneficio degli ammalati.
Quando la fama della sua santità si diffuse, divenne una
consigliera spirituale ricercata da molti: nobili e uomini
politici, artisti e gente del popolo, persone consacrate,
ecclesiastici, compreso il Papa Gregorio XI che in quel
periodo risiedeva ad Avignone in Francia e che Caterina
esortò energicamente ed efficacemente a fare ritorno a Roma.
Viaggiò molto per sollecitare la riforma della Chiesa e per
favorire la pace tra gli Stati.
Caterina soffrì tanto, come molti Santi. Qualcuno pensò
addirittura che si dovesse diffidare di lei al punto che,
nel 1374, sei anni prima della morte, il capitolo generale
dei Domenicani la convocò a Firenze per interrogarla. Le
misero accanto un frate dotto ed umile, Raimondo da Capua.
Divenuto suo confessore e anche suo "figlio spirituale",
scrisse una prima biografia completa della Santa. Fu
canonizzata nel 1461.
In una visione che mai più si cancellò dal cuore e dalla
mente di Caterina, la Madonna la presentò a Gesù che le donò
uno splendido anello, dicendole: "Io, tuo Creatore e
Salvatore, ti sposo nella fede, che conserverai sempre pura
fino a quando celebrerai con me in cielo le tue nozze
eterne".
Questa unione profonda con il Signore è illustrata da un
altro episodio della vita di questa insigne mistica: lo
scambio del cuore. Secondo Raimondo da Capua, che trasmette
le confidenze ricevute da Caterina, il Signore Gesù le
apparve con in mano un cuore umano rosso splendente, le aprì
il petto, ve lo introdusse e disse: "Carissima figliola,
come l'altro giorno presi il tuo cuore che tu mi offrivi,
ecco che ora ti do il mio, e d'ora innanzi starà al posto
che occupava il tuo".
Attorno a Caterina si andò costituendo una vera e propria
famiglia spirituale. Si trattava di persone affascinate
dall'autorevolezza morale di questa giovane donna, di
elevatissimo livello di vita, e talvolta impressionate anche
dai fenomeni mistici cui assistevano, come le frequenti
estasi. Molti si misero al suo servizio e soprattutto
considerarono un privilegio essere guidati spiritualmente da
Caterina. La chiamavano "mamma", poiché come figli
spirituali da lei attingevano il nutrimento dello spirito.
Anche oggi la Chiesa riceve un grande beneficio
dall'esercizio della maternità spirituale di tante donne,
consacrate e laiche, che alimentano nelle anime il pensiero
per Dio, rafforzano la fede della gente e orientano la vita
cristiana verso vette sempre più elevate.
"Vi dico e vi chiamo "figlio" - scrive Caterina rivolgendosi
al certosino Giovanni Sabatini -, in quanto io vi partorisco
per continue orazioni e desiderio nel cospetto di Dio, così
come una madre partorisce il figlio". Al frate domenicano
Bartolomeo de Dominici era solita indirizzarsi con queste
parole: "Dilettissimo e carissimo fratello e figliolo in
Cristo dolce Gesù".
Santa Caterina ci insegna ad amare con coraggio, in modo
intenso e sincero, Cristo e la Chiesa, come si intuisce
dalle sue espressioni piene di sentimento e di fede rivolte
al Signore Gesù: "Per misericordia ci hai lavati nel Sangue,
per misericordia volesti conversare con le creature. O Pazzo
d'amore! Non ti bastò incarnarti, ma volesti anche morire! O
misericordia! Il cuore mi si affoga nel pensare a te: perché
dovunque io mi volga a pensare, non trovo che misericordia".
padre
Giuseppe
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