NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE

N. 36 - GIUGNO 2013 (scarica pdf)

 

Informazioni del Presidente

 

Serata Raccolta Fondi - Concerto d'autunno

 La nostra associazione organizza per venerdì 25 ottobre una serata di Raccolta Fondi con un concerto presso il Teatro Don Bosco di Via S. Camillo de Lellis. Parteciperà il "Coro Voci Bianche Pollini" diretto dalla Sig.a Marina Malavasi. Seguirà un programma lirico ottocentesco organizzato e diretto dal prof. Alberto Tecchiati con il pianista Aldo Fiorentin ed il soprano Paola Marzolla. Daremo più precise informazioni in prossimità dell'evento.

Queste serate sono molto importanti perché fanno conoscere le varie attività della nostra Associazione e ci legano sempre più alla comunità di cui facciamo parte. Preghiamo quindi tutti i soci di appuntarsi in agenda questa manifestazione e di cominciare a pensare agli amici cui estendere più avanti l'invito.

 

Assemblea Ordinaria dei soci del 18 aprile 2013

 In apertura di Assemblea Il Presidente ha illustrato le principali attività svolte dall'Associazione nell'anno 2012 ed invitato il Tesoriere Cardin a dare lettura del Bilancio Consuntivo 2012. E' stata poi letta la Relazione dei Revisori dei Conti attestante la regolarità della gestione ed il parere favorevole all'approvazione del bilancio. L'Assemblea ha approvato il Bilancio Consuntivo 2012 all'unanimità.

Successivamente è stato letto e discusso il Bilancio Preventivo 2013-2014. L'Assemblea, udita la proposta del Consiglio Direttivo di triplicare quanto fatto nel 2012 per gli interventi di solidarietà nei vari ambiti e di dare un maggior sostegno all'attività del Banco Alimentare, con grande spirito di sensibilità e fratellanza ha approvato il Bilancio Preventivo 2013-2014 dando mandato al Consiglio di attuare un piano di sostegno e solidarietà alle famiglie più bisognose anche oltre i termini della proposta formulata.

 

Cena sociale del 2 maggio 2013

 Preceduta dalla S. Messa celebrata da Padre Giuseppe Lechthaler nella cappella della Parrocchia di S. Camillo cui hanno partecipato numerosi nostri volontari. E' stato sottolineato lo spirito di ringraziamento che dobbiamo avere verso il Signore per averci permesso di svolgere nel corso dell'anno 2012 numerose attività verso i fratelli che soffrono ed hanno tanti disagi in questo drammatico tempo di crisi. Fare del bene significa camminare nel sentiero tracciato da Gesù che ci ha invitato ad amare i nostri fratelli come Lui ci ha amato. In questo senso ne abbiamo di strada da percorrere, e se è vero che far del bene ci fa star bene non dobbiamo mai sentirci appagati e realizzati nei nostri obiettivi ma cercare di capire i nuovi bisogni, seminando calore e speranza.

Alla cena nel Patronato, come sempre di qualità per merito di Rosa Testa e delle sue brave collaboratrici, erano presenti oltre 60 persone ed è stato davvero bello ritrovarci assieme così numerosi in un clima di amicizia e di appartenenza alla grande Famiglia di S. Camillo. Ci hanno onorato della loro presenza Padre Roberto, padre Renzo, padre Paolo, l'Assessore al Sociale del Comune di Padova Fabio Verlato ed il Direttore del Centro Servizio del Volontariato di Padova Dott. Alessandro Lion.

 

Il Presidente Gabriele Pernigo

 


Campagna per la firma a "Uno di noi"

 

La questione si concentra in una sola domanda: il bimbo, che viene concepito e comincia ad esistere all'interno della madre, è un essere umano? Valgono anche per lui i principi di eguaglianza e di solidarietà?

L'argomento che vince la innata resistenza della madre rispetto alla prospettiva dell'aborto è che almeno durante le prime fasi della gravidanza nel seno materno non vi è un essere umano, ma un grumo di cellule, quasi una vita impersonale, senza coscienza.

I più moderni strumenti chimici (pillola del giorno dopo, pillola dei 5 giorni dopo, Ru486) rendono quasi impossibile qualsiasi azione in difesa del diritto alla vita.

Non c'è dubbio, perciò, che il riconoscimento pubblico e legale della qualità di essere umano del concepito servirebbe concretamente a difendere la vita.

Sull'embrione si fanno anche molte sperimentazioni, trattato come un oggetto qualsiasi, e non come un essere umano; è chiaro che l'embrione non può difendersi da solo da tale aggressione.

Ecco il perché dell'iniziativa della firma per aderire alla proposta di "Uno di noi" di chiedere all'Europa di rendere legale la protezione del nascituro, per difenderlo e per salvaguardarne i diritti umani fondamentali. Con la firma, infatti, si chiede all'Europa di riconoscere che il bimbo, già  dall'inizio del suo concepimento, è uno di noi, e come tale deve essere difeso nei suoi diritti a vivere e ad essere curato e benvoluto.

Per chi vuole firmare è sufficiente andare sul sito di internet "uno di noi" del movimento per la vita, e porre la propria adesione.

 


 L'autismo non è più malattia rara

Campagna del Campus Bio-Medico di Roma per i malati di autismo

 Una malattia che si manifesta intorno ai tre anni di vita con la difficoltà sempre più evidente a intrecciare relazioni con gli altri, fino al completo isolamento e alla difficoltà di vivere una vita sociale e lavorativa.

Questo è l'autismo, un tempo considerata malattia rara. Oggi, se si confronta la sua incidenza sulla popolazione con gli scarsi strumenti a disposizione di pazienti e famiglie per affrontarla, si potrebbe piuttosto parlare di una malattia ancora in buona parte sommersa. Di qui la necessità di proseguire nella ricerca. Ed è con questo obiettivo che nasce la campagna "Non lasciamoli soli", promossa dall'Associazione "Amici del Campus Bio-Medico" Onlus. Salvatore Sabatino ha intervistato il Professor Antonio Persico che dirige i progetti condotti dall'Unità di Ricerca di Neuropsichiatria dell'Università Campus Bio-Medico di Roma. Alla domanda di ulteriore approfondimento risponde che l'autismo è una patologia, in cui praticamente è coinvolta sia l'interazione sociale sia la capacità di comunicare con gli altri - quindi persone che appaiono molto isolate - sia la presenza di comportamenti particolari, come per esempio sfarfallare con le mani oppure non guardare negli occhi o non girarsi quando una persona ti chiama.

D. Quante sono le persone coinvolte?

R.  Sono molte più di quelle che si stimavano un tempo. Oggi si sa che all'incirca ad un bambino ogni cento che nascono, nel corso della sua vita, verrà diagnosticata una sindrome autistica. Quando noi parliamo di un caso su cento, stiamo generalmente parlando di forme piuttosto importanti. Quando una persona ne viene colpita e quando noi ad un bambino facciamo una diagnosi di autismo prima dei tre anni, con tutti gli interventi terapeutici che sono oggi disponibili, quel bambino, bene o male, comunque sia, sarà un adolescente autistico, un adulto autistico ed un giorno un anziano autistico. E' molto importante, quindi, lo sforzo che si vuole fare in questo momento, per finanziare la ricerca, per comprendere le cause della malattia, per fare una diagnosi precoce, quindi un intervento terapeutico più mirato.

D. Lei diceva "un bambino ogni cento", ma nel 1985 nascevano dai tre ai quattro bambini autistici ogni 10 mila. Come mai questo incremento?

R. Una causa sicura e che l'incremento apparente probabilmente è dovuto ad una maggiore capacità diagnostica, che noi oggi abbiamo, e al fatto che un tempo li si sarebbe chiamati in altro modo. A quell'epoca si sarebbero più facilmente chiamati ritardi mentali o altro. In realtà, è probabile però che ci sia anche un reale aumento d'incidenza, perché alcuni fattori ambientali che agiscono in epoca  prenatale sono molto più presenti oggi di un tempo, ma soprattutto perché l'età dei genitori, al concepimento del primo figlio, si sta facendo sempre più avanzata, e questo noi sappiamo che è da sempre correlato ad un aumento dell'incidenza di malattie, che bene o male hanno un'importante componente genetica.

D. La ricerca verso una cura si sta indirizzando verso terapie molecolari personalizzate, già in fase avanzata di studio, per alcuni sottogruppi di pazienti. Cosa vuol dire questo?

R. Vuol dire che se si riesce a fare una diagnosi che non sia semplicemente una diagnosi di autismo presente-assente, ma una diagnosi molto più raffinata, una diagnosi cioè in cui noi di un soggetto conosciamo anche la struttura genetica e quindi l'origine precisa ed esatta della malattia, per alcuni soggetti già oggi sono disponibili terapie che si stanno utilizzando in termini ancora sperimentali, che possono effettivamente mostrare un'efficacia mirata. Ora, questo campo delle terapie molecolari personalizzate è un campo che deve crescere, deve crescere molto, come deve crescere la conoscenza delle basi molecolari della malattia sul singolo individuo. La ricerca per questa tremenda malattia, e di tante altre, è ben diversa da quanto molti ricercatori vogliono effettuare sugli embrioni concepiti con la tecnica  extracorporea.

 a cura di Claudia Carubia

 


Informazioni dall'ospedale

 Cari amici,

come faccio spesso, desidero informarvi di quanto e come le volontarie sono impegnate in ospedale. Si è da poco conclusa una assistenza  che ci ha assorbite completamente per un mese e mezzo circa: infatti era ricoverata in pediatria una bimba nigeriana di appena  un mese. Era sola poiché la sua mamma con la sorellina di 4 anni erano ricoverate agli infettivi per TBC. Il papà non poteva accudirla perché impegnato al lavoro. La piccola Edeh, bella come il sole, è stata da noi cullata, cambiata, coccolata e credo che con tutte le nonne che si sono prese cura di lei, giorno e notte, non le sia  mancato amore. Un altro caso riguarda Simone, un bimbo di 8 mesi che è stato da noi seguito per quasi 3 mesi, dopo un periodo in terapia intensiva per un grave trauma cranico.

Devo dire che ci mancano entrambi molto, anche se l'impegno è stato notevole, speriamo e li affidiamo al Signore affinché la loro vita continui senza altri problemi.

Ora seguiamo una piccolissima bambina di nome Rania ricoverata per gravissimi problemi respiratori: preghiamo anche per lei e per la sua mamma che sta soffrendo  tantissimo.

 

Annalisa Pizzoccaro

 



Preghiera di un anziano

 

Benedetti quelli che mi guardano con simpatia.

Benedetti quelli che comprendono il mio camminare stanco.

 

Benedetti quelli che parlano a voce alta per minimizzare la mia sordità.

Benedetti quelli che stringono con calore le mie mani tremanti.

 

Benedetti quelli che si intessano della mia lontana giovinezza.

Benedetti quelli che non si stancano di ascoltare i miei discorsi già tante volte ripetuti.

 

Benedetti quelli che comprendono il mio bisogno di affetto.

Benedetti quelli che mi regalano frammenti del loro tempo.

 

Benedetti quelli che si ricordano della mia solitudine.

Benedetti quelli che mi sono vicini nella sofferenza.

 

Beati quelli che rallegrano gli ultimi giorni della mia vita.

Beati quelli che mi sono vicini nel momento del passaggio.

Quando entrerò nella vita eterna mi ricorderò di loro presso il Signore Gesù Cristo.

 

 


  

A proposito di sprechi

 E' interessante sapere che finalmente, anche a livello europeo, verrà discusso il tema degli sprechi alimentari e relativa riduzione. E' un argomento che verrà affrontato con impegno in sede comunitaria dove già dal 2012 il problema delle eccedenze è stato oggetto di una risoluzione del Parlamento Europeo. Infatti, da quanto trasmesso sui notiziari, in Europa si getta annualmente cibo per 179 chilogrammi per abitante e contemporaneamente ci sono 79 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà. Di queste solo 16 milioni hanno ricevuto aiuti in grado di assicurare almeno il pasto giornaliero.

Se a questo aggiungiamo che nei mercati non tutti gli alimenti  vengono venduti, (tipo frutta, verdura e pesce, facilmente deperibili), ma gettati al macero ci viene proprio da chiedere quale sistema usare perché tanto ben di Dio non vada più sprecato. Speriamo che i nostri politici trovino delle adeguate soluzioni e che l'animo dell'uomo torni a scoprire  quanto è bella la condivisione.

  

SERVIZIO DI ASSISTENZA ALIMENTARE

 Una precisazione dovuta.

 Come sapete la nostra Associazione è convenzionata con il Banco Alimentare del Veneto ONLUS che ogni mese ci mette a disposizione la maggior parte degli alimenti per i nostri assistiti. Ci è stato recentemente chiesto di non utilizzare il nome "Banco Alimentare" per non ingenerare confusione.

Si è deciso che d'ora in poi la nostra attività si chiamerà:

 

"Servizio di Assistenza Alimentare".

 Da "distributori" a "raccoglitori".

 Il nostro Servizio di Assistenza Alimentare è nato nel 2008 come attività di distribuzione degli aiuti alimentari che ritiravamo dal Banco Alimentare del Veneto ONLUS a Verona.

Da allora il servizio è cresciuto fino alla dimensione attuale di 42 famiglie assistite per 141 persone e grazie al lavoro di 15 volontari operativi. Ogni mese distribuiamo circa 800 Kg di alimenti. Di questi, circa 500 Kg provengono dal Banco Alimentare del Veneto ONLUS (che ora dispone di un magazzino anche a Padova) mentre i rimanenti 300 Kg provengono dalle collette alimentari.

Ci sono le collette realizzate tramite le parrocchie (San Camillo, San Paolo e Terranegra), e quelle  tramite le scuole "amiche" ( es. le Scuole Primarie dell'Infanzia "Opera Mons. Liviero" di Via del Santo). Infine ci sono le collette realizzate direttamente da noi presso i supermercati grazie al lavoro dei nostri volontari (spesso coadiuvati da amici e parenti) ed alla preziosa partecipazione degli scouts della Parrocchia di S. Camillo.

 

4 maggio 2013: la colletta da Ali'

 L'ultima colletta alimentare in ordine di tempo l'abbiamo fatta il 4 maggio 2013 presso il supermercato Alì di via Forcellini.

La Provvidenza è stata generosissima ed abbiamo raccolto circa 1600 Kg di alimenti!

Tale "raccolto" ci permette, insieme agli aiuti che riceveremo dal Banco Alimentare del Veneto ONLUS, di coprire il fabbisogno dei nostri assistiti attuali fino a settembre 2013.

Le chiavi del successo di questa colletta, come delle precedenti presso Alì di via Nazareth, sono l'appartenenza al territorio, l'entusiasmo dei volontari, dei giovani scouts e l' organizzazione.

I nostri volontari conoscono e sono conosciuti dai clienti che ci donano i "sacchetti per i poveri". Il dono ci viene affidato con la fiducia che verrà effettivamente portato ai bisognosi senza troppi "passaggi intermedi". Anche i giovani scouts contribuiscono con la loro presenza e la loro spontaneità a creare fiducia nei donatori.

L'organizzazione è essenziale per il buon fine della colletta sia nella preparazione (volantini, scatoloni, sacchetti, turni, trasporti, ecc.) sia nell'esecuzione. Si tratta di movimentare una tonnellata e mezza di merce che alla fine della giornata deve trovarsi in magazzino chiusa in scatoloni divisi per tipo di alimento e inventariati fino all'ultimo chilogrammo.

Ma la cosa più importante in assoluto è la generosità di tutti coloro che, nei limiti delle proprie possibilità, accolgono l'invito al dono! Il dono è la parola chiave. Tutti i partecipanti alla colletta ricevono il loro dono.

Ovviamente gli assistiti, persone bisognose che aspettano il "pacco" ogni mese come la manna dal cielo. Ma anche chi fa la spesa e ci passa il "sacchetto per i poveri" ha in dono la gioia di poter aiutare con un gesto semplice chi sta peggio. Per noi dell'Associazione Amici di San Camillo, così come per gli scouts al nostro fianco, c' è il dono di una giornata fantastica vissuta con gioia in amicizia e allegria.

 

Le altre collette

 Alcune parrocchie del Vicariato San Prosdocimo che condividono con noi il Servizio di Assistenza Alimentare hanno contribuito, nel 2013 con regolarità e generosità. San Paolo ha raccolto, come consuetudine in periodo di Quaresima, ben 380 Kg., Terranegra, con le raccolte mensili, ha portato finora 160 Kg., San Camillo ci ha trasferito parte della colletta dell'11 maggio, circa 120 Kg.

Le Scuole Paritarie dell'Infanzia Primaria"Opera Monsignor Liviero" ci hanno conferito 250 Kg per i quali rinnoviamo i ringraziamenti alla Rev.ma Direttrice  Anna Maria Menesello.

 

 

Considerazioni

 La dimensione del Servizio di Assistenza Alimentare della nostra Associazione ha quasi raggiunto il massimo "gestibile" con le risorse disponibili. E' necessario mantenere l'attenzione e il controllo sul numero degli assistiti e quindi sulle nuove richieste.

La procedura per aggiungere nuovi assistiti è semplice ma "rigorosa": il volontario proponente valuta la situazione di bisogno, compila un semplice modulo (reperibile in segreteria) e lo consegna in segreteria alla nostra volontaria Antonietta Alfonsi che, con la sua esperienza di assistente sociale, è stata incaricata dal Consiglio Direttivo di valutare il merito della richiesta. E' importante, non potendo soddisfare tutte le richieste, prestare la nostra assistenza innanzitutto ai più bisognosi!

Un'altra considerazione riguarda l'importanza di farci sempre più conoscere.  Le collette fanno bene all'Associazione e la notorietà fa bene alle collette perché accresce la fiducia nel nostro operato.

Infine un appello a tutti coloro che leggono queste righe e che magari abbiamo incontrato per pochi istanti alla colletta: Abbiamo bisogno di volontari! Gli indigenti, spesso più vicini di quanto si pensi, hanno bisogno che qualcuno si interessi a loro. E' facile: si può cominciare dedicando 2 ore al mese, magari di sabato. Basta essere automuniti. Tramite la nostra segreteria potete offrirvi per diventare volontario/a ed entrare nel team!

Grazie.

 

Vittorio

 


 

 UN RICORDO DI LUISA MALESANI

 

Un lunedì mattina dei primi di aprile di quattro anni fa mi recai al Centro Aiuto alla Vita per concordare gli aiuti da fornire ad una mamma in difficoltà che stavamo seguendo col volontariato.

Terminato il colloquio con la responsabile del Centro, uscendo dalla stanza, incontrai Luisa in compagnia di una giovane signora. Dopo il nostro cordiale saluto, mi spiegò il motivo della sua presenza al CAV. Mi presentò la giovane donna che era con lei e mi disse che già da diverso tempo la stava seguendo col Banco Alimentare, perché la signora, Miriam (nome di fantasia) non trovava lavoro, il marito guadagnava poco lavorando per alcune ore in una cooperativa di pulizie, ed avevano due bambini, il più piccolo di soli due anni. Ora la situazione si era complicata in quanto la signora era rimasta incinta e, purtroppo, presa dalla disperazione, era assolutamente determinata a voler abortire: aveva addirittura già dato  la prenotazione per l'intervento. Luisa mi spiegò che, vedendo che non c'era modo di dissuaderla da tale gesto, aveva pensato, come ultima chance, di condurla al CAV.

A quel punto Miriam cominciò a piangere e a dire che capiva la gravità del suo gesto, che era contro i suoi principi, ma che non aveva scelta e che comunque era già ormai tutto stabilito: mi fece vedere la prenotazione per l'aborto. Ricordo ancora la data dell'appuntamento: il 12 aprile.

Poi, sempre piangendo, mi fece vedere le bollette da pagare e gli arretrati dell'affitto. Luisa ed io la rassicurammo che, se avesse desistito dall'aborto, sicuramente la nostra associazione l'avrebbe aiutata e che avremmo cercato di esserle vicina coinvolgendo anche la Caritas della sua parrocchia, oltre naturalmente all'aiuto che il CAV sicuramente avrebbe dato: cercavamo di convincerla che non sarebbe stata sola ma che avrebbe trovato una rete ben coordinata di aiuti e, come primo gesto concreto di questo impegno che stavamo promettendo, ci siamo fatte consegnare le bollette assicurando che avremmo provveduto noi al loro pagamento.

Tutte le nostre proposte risultavano inutili, comprese quelle della volontaria del CAV. In questa occasione ho avuto modo di apprezzare il modo di agire di questa volontaria, certamente ormai molto esperta di simili situazioni. Parlando con Miriam, la conduceva, in modo discreto, a pensare alla vita della creaturina che portava in grembo. Ricordo che invece di ribattere alle argomentazioni della donna, prese in mano il calendario e cominciò a contare i mesi che mancavano ai giorni del parto, a parlare di corredini, di aiuto mensile che sarebbe stato fornito dal CAV alla famiglia, dei pannolini forniti, delle visite ginecologiche gratuite, del sostegno psicologico e così via.

Niente da fare: Miriam sembrava irremovibile!

Ci lasciammo così e per alcuni giorni non seppi più nulla, anche se il mio pensiero ricorreva molto spesso a questo incontro. Un bel giorno mi telefonò Luisa dicendomi, con un grande sospiro di sollievo, che Miriam non aveva abortito e si era convinta a portare a termine la gravidanza.

Era successo infatti che Luisa aveva continuato le sue ricerche di aiuto ed aveva trovato una valida collaboratrice in una volontaria della Caritas della parrocchia di Miriam, nonché volontaria nel CAV stesso. Luisa era andata insieme a lei a trovare Miriam a casa sua: programmarono concretamente gli aiuti da fornire, e un po' alla volta riuscirono a convincerla a rinunciare al grave passo che stava per compiere. In effetti le promesse di questa rete di aiuti furono mantenute per tutto il periodo della gravidanza, finché il 5 ottobre nacque una bellissima bambina, accolta con grande gioia da tutti.

Il servizio di aiuto continuò e continua tuttora: Miriam sa che può contare sull'aiuto di queste associazioni. Ciò che non ha mai saputo è che ogni mese, fino alla sua morte, Luisa versava regolarmente all'Associazione Amici di San Camillo un sostanzioso sostegno mensile per integrare la quota che la nostra Associazione si era impegnata a versare per coprire le spese dell'asilo della bambina e delle bollette a cui la famiglia non riusciva a far fronte.

Quando mi è giunta la notizia della morte di Luisa, avevo ancora accanto al telefono la ricevuta del versamento che avrei dovuto farle giungere.

Sono certa che adesso Luisa abbia ricevuto in Cielo non solo l'ultima, ma anche tutte le precedenti ricevute, aumentate di valore a dismisura, in premio della sua grandissima generosità e disponibilità.

 Loretta Cremonini

 

 

Conoscevo Luisa da tanti anni perché è stata insegnante di religione di mia figlia Patrizia e perché Francesco, suo figlio, era l'animatore dei miei figli. Ci ha legato sempre un grande affetto e tanta stima nata e cresciuta nei nostri incontri di catechesi e preparazione alle lezioni di catechismo.

Posso dire che i nostri rapporti erano quasi giornalieri tanto da farmi capire quanto amore aveva per l'altro, per il più debole e seppur di carattere molto deciso sapeva mettersi in discussione ed ascoltare chi aveva dinnanzi. Si è impegnata per parecchi anni come volontaria delle case di accoglienza della nostra Associazione e ricordo con affetto e gratitudine quando, seppur in difficoltà di deambulare, chiedeva di darle l'opportunità di fare il suo servizio fra i parenti degli ammalati come unico modo di essere utile al prossimo.

Luisa, ci hai insegnato cos'è amare, cos'è essere integerrimi e riconoscenti verso il prossimo e sapevi dire: grazie!

 

Grazie a te Luisa.

 Claudia Carubia

 



 

Una delle tante donne che hanno migliorato il mondo:

Santa Caterina da Siena

 E' un fatto che non si può negare: le donne sono presenti in maggioranza in molti ambiti delicati della vita sociale. Un esempio? Quando si celebra la santa Messa (specialmente nei giorni feriali) se non ci fossero le donne, ci sarebbe spesso solo il prete sull'altare. E un altro esempio, fra i tanti che si potrebbero offrire come evidenti,  la loro presenza nel mondo del volontariato.

E non è solo un fatto di oggi quanto stiamo esprimendo.

Desidero presentare una fra le tante donne, che hanno avuto un ruolo preminente nella storia della chiesa; una santa piuttosto famosa, ma - forse - poco conosciuta in profondità: santa Caterina da Siena.

Il secolo in cui visse - il quattordicesimo - fu un'epoca travagliata per la vita della Chiesa e dell'intero tessuto sociale in Italia e in Europa.

Una vita breve la sua: nata a Siena, nel 1347, morì a Roma, nel 1380, a 33 anni. A 16 anni, spinta da una visione di san Domenico, volle consacrarsi all'ideale domenicano. Rimanendo in famiglia, si dedicò alla preghiera, alla penitenza, alle opere di carità, soprattutto a beneficio degli ammalati.

Quando la fama della sua santità si diffuse, divenne una consigliera spirituale ricercata da molti: nobili e uomini politici, artisti e gente del popolo, persone consacrate, ecclesiastici, compreso il Papa Gregorio XI che in quel periodo risiedeva ad Avignone in Francia e che Caterina esortò energicamente ed efficacemente a fare ritorno a Roma.

Viaggiò molto per sollecitare la riforma della Chiesa e per favorire la pace tra gli Stati.

Caterina soffrì tanto, come molti Santi. Qualcuno pensò addirittura che si dovesse diffidare di lei al punto che, nel 1374, sei anni prima della morte, il capitolo generale dei Domenicani la convocò a Firenze per interrogarla. Le misero accanto un frate dotto ed umile, Raimondo da Capua. Divenuto suo confessore e anche suo "figlio spirituale", scrisse una prima biografia completa della Santa. Fu canonizzata nel 1461.

In una visione che mai più si cancellò dal cuore e dalla mente di Caterina, la Madonna la presentò a Gesù che le donò uno splendido anello, dicendole: "Io, tuo Creatore e Salvatore, ti sposo nella fede, che conserverai sempre pura fino a quando celebrerai con me in cielo le tue nozze eterne".

Questa unione profonda con il Signore è illustrata da un altro episodio della vita di questa insigne mistica: lo scambio del cuore. Secondo Raimondo da Capua, che trasmette le confidenze ricevute da Caterina, il Signore Gesù le apparve con in mano un cuore umano rosso splendente, le aprì il petto, ve lo introdusse e disse: "Carissima figliola, come l'altro giorno presi il tuo cuore che tu mi offrivi, ecco che ora ti do il mio, e d'ora innanzi starà al posto che occupava il tuo".

Attorno a Caterina si andò costituendo una vera e propria famiglia spirituale. Si trattava di persone affascinate dall'autorevolezza morale di questa giovane donna, di elevatissimo livello di vita, e talvolta impressionate anche dai fenomeni mistici cui assistevano, come le frequenti estasi. Molti si misero al suo servizio e soprattutto considerarono un privilegio essere guidati spiritualmente da Caterina. La chiamavano "mamma", poiché come figli spirituali da lei attingevano il nutrimento dello spirito.

Anche oggi la Chiesa riceve un grande beneficio dall'esercizio della maternità spirituale di tante donne, consacrate e laiche, che alimentano nelle anime il pensiero per Dio, rafforzano la fede della gente e orientano la vita cristiana verso vette sempre più elevate.

"Vi dico e vi chiamo "figlio" - scrive Caterina rivolgendosi al certosino Giovanni Sabatini -, in quanto io vi partorisco per continue orazioni e desiderio nel cospetto di Dio, così come una madre partorisce il figlio". Al frate domenicano Bartolomeo de Dominici era solita indirizzarsi con queste parole: "Dilettissimo e carissimo fratello e figliolo in Cristo dolce Gesù".

Santa Caterina ci insegna ad amare con coraggio, in modo intenso e sincero, Cristo e la Chiesa, come si intuisce dalle sue espressioni piene di sentimento e di fede rivolte al Signore Gesù: "Per misericordia ci hai lavati nel Sangue, per misericordia volesti conversare con le creature. O Pazzo d'amore! Non ti bastò incarnarti, ma volesti anche morire! O misericordia! Il cuore mi si affoga nel pensare a te: perché dovunque io mi volga a pensare, non trovo che misericordia".

 padre Giuseppe