Mario Grubissich è nato ad Asiago (VICENZA) il 6 settembre 1957. Dal 1960 abita e lavora a Padova. Ha studiato all'Istituto Tecnico Statale per Geometri Giovanni Battista Belzoni. E' impiegato in comune al Settore edilizia Privata. Abita in Via Giovanni Battista Verci n° 5 dove ha lo studio. Da sempre appassionato di pittura dal 1980 al 1988 ha studiato arti figurative sotto la guida del Professor Mariano Missaglia. Ha seguito un corso di tecniche pittoriche tenute dal Professor Nigretti. Ha seguito un corso di nudo tenuto dal Maestro Andrea Pardini. Nel 1990 ha seguito un corso di restauro di quadri antichi e moderni.
E-mail: magrubi@hotmail.it
Ha avuto critiche favorevoli da parte del Professor Stefanutti della Professoressa Maria Letizia Autizi di Lydya Maggiolo del Professor Lamperini di Perugia e di Luigi Pieretti.
LA PITTURA DI MARIO GRUBISSICH
"Nel "Manifesto del Futurismo" pubblicato da Filippo Tommaso Marinetti nel 1909 leggiamo tra l'altro " Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità . Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall' alito esplosivo ... un automobile ruggente , che sembra correre sulla mitraglia , è più bello della Vittoria di Samotracia". Da allora il mito della velocità e dell' automobile ha contaggiato il mondo intero. Ma un mito nel mito sono diventate le gare automobilistiche , con la famosa Formula Uno in testa . Questo sport , nella sua spettacolarità può apparire di particolare suggestione per un pittore , per il fatto che, oltre all'ebbrezza della velocità, presenta un mondo di colori ( ancorchè tempestato di pubblicità ). Ma un'altra caratteristica di questo sport è come ben si sa , il suo pericolo , le possibilità di incidenti e collisioni . Tutti questi ingredienti costituiscono la tematica costante del pittore Mario Grubissich: la rappresentazione appunto di auto da corsa e dei loro scontri fatali e impressionanti . Metafora di altri urti e fatali impatti nella vita d'ogni giorno? Della nostra incapacità di comunicare e intenderci? Potrebbe essere, sia a livello individuale che tra popoli. Che la vita non sia solo idillio e sereno paesaggio molti artisti lo sanno molto bene , e le scelte cromatiche e tematiche di Grubissich , nella loro drammaticità , sono lì a testimoniarlo costantemente. Una scelta impegnativa la sua, a dimostrazione che l'arte può occuparsi di ogni aspetto della vita umana, tragico o felice che sia." (Gianluigi Peretti)
Arte singolare, arte di forte impatto emotivo-non solo, volontà di lacerare lo status di incomunicabilita della società odierna che "nel fracasso" tecnologico è incapace, talora di avvertire i fremiti di un' arte che "esplode" al suo interno il magma di emozioni, ribellioni non cruente tese a dimostrare che la vita non è solo armonia nè ritmi controllati, ma cacofonia di suoni, di colori, di ritmi incalzanti in successioni senza tempo. L'Autore, in queste sue raffigurazioni, crea, esalta l'impatto violento, metafisico, con una realtà dirompente o vuole solo dimostrare l'assuefazione a immagini che irrompono nell'immaginario collettivo in tutta la loro deflagrazione di vita-morte-e ancora: Il prevalere di tali raffigurazioni danno la misura dell'espressione creativa dell'artista che a mio parere -al di la di una ricerca di contenuto credo egli voglia soltanto dichiarare una verità, un ammonimento verso tutto ciò che è caduco, llusorio, l'esaltazione di istanti che conduce a mete impossibili da realizzare pena l' annientamento. La forza cromatica impone, determina la visione che accompagna l'artista nella sua conclusione finale, certo, che sgomenta - ma non possiamo non rimanere colpiti dalla volontà dal rigore stilistico nel rappresentare tali avvenimenti che implicano una riflessione sul "perchè siamo e dove andiamo"(Carla Rugger Association Internationale Des Critiques Littèraores -Paris )
"Quadro da un cavalletto, un quadro nel quadro con pennellate freschissime. Piazza dei signori su un fondo bianco che sottolinea i contorni di case, monumenti e passanti. Ricorda Depisis." (Dott.ssa Marifulvia Matteazzi Alberti)
"Un paesaggio svizzero ed una veduta australiana (Ayers Rock ) rappresentano i profili di un percorso pittorico dentro la natura che l'autore racconta con intensità e passione. I colori vivaci ed il segno inciso fanno da sfondo a una conoscenza interna della realtà che viene colta come fonte di energia creativa e con lo stupore di chi vede la sua magnificenza."(Luglio 2010 © Gabriella Niero - 4^ Biennale Blu di Prussia)
"Mario ha l'abilità interpretativa di spaziare dal nudo di donna alle vedute cittadine, dai paesaggi esotici ai realistici scoppi incendiari di bolidi in un really automobilistico. Con questa mostra Mario presenta 3 pregevoli figure di donna eseguiti con linguaggio espressionista, apprezzabile l'abilità esecutiva delle opere e le cromie coloristiche, dai grigi rosati al brillante turchese." ( Dora Schiavon 15.04.2011- Esposizione Il gancino )
"In questa mostra Mario si apre al paesaggio. Sono paesaggi che rappresentano isolati nuclei abitativi i confini delimitati arcaicamente da alberi gigantesti, una vertiginosa curva poi costeggia un'altra unità abitativa. Nell'aria si respira un grande silenzio forse un desiderio di fuggire dal frastuono della città, ricordano Rosai ma con una diversa eleganza espressiva. Alla città Mario sa comunque tornare egregiamente rappresentando una delle più significative piazze della nostra città in tutta la sua magnificenza: Piazza dei Signori con la Torre dell'Orologio, di cui traccia inoltre un interessante particolare nel segno del linguaggio espressionista , linguaggio che Mario è solito utilizzare nei suoi dipinti, quali fugure di donne e rally di bolidi in corsa." (Dora Schiavon 9.03.2012 - Esposizione Il gancino)