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Critiche

"Guardare le opere di BRUNO VELADRA è, all’apparenza, cosa semplice e si è portati  a pensare a quali autori rimandi  e a che stili si rifaccia. Così facendo si sono “viste” le sue opere. Perché se è vero che il QUASI-NAIF delle opere di maniera, siano i ritratti o paesaggi,è di immediata lettura, rimane e sottilmente si insinua  un vago senso di non completo che attiene però al significato e non al sicuro tratto tecnico. Come se i ritratti, i paesaggi, le nature morte fossero altro, dicessero, o meglio, invitassero ad uno sforzo per passare al di là del puro fatto estetico.
E’ questo che occorre leggere nelle opere di Bruno VELADRA ed osservare maggiormente nelle opere non figurative, nelle quali l’ essere umano addirittura sparisce, soppiantato da segni e simboli apparentemente accostati senza ordine, descritti  con tonalità e basi cromatiche pesanti, ruvide sia alla vista che al tatto,dove la luce è pura azione EVIDENZIATRICE dei volumi.
In queste opere che anelano ad uscire dall’ ambito ristretto della tela, la strappano (anche solo in maniera figurata) c’è quello che Bruno VELADRA sta vedendo, per portare alla luce pensieri ed emozioni  che sono alla base di tutti noi.
Accostarlo ad altri autori non è solo posizionarlo, ma una dimostrazione di rispetto per il suo modo di dire e di esprimersi. Citare Max ERNST o DALI serve solo a spiegare che anch’egli cerca di arrivare al chiaro attraverso l’incomprensibile, come capita quando si spiegano i sogni." (GIANCARLO  ROSSI -2003)

"Eccoci  di fronte ad un artista particolare ed originale, un artista  che ci provoca e che ci costringe veramente a pensare, a capire, a riflettere quando siamo davanti ad un suo quadro; un artista insomma che và al di là del bello per il bello e cerca simboli e significazioni esistenziali e filosofiche che vanno oltre le nostre possibili esperienze quotidiane.
Ad osservare con attenzione, specie nei dettagli e negli accostamenti, queste opere di Bruno VELADRA, ci sembra proprio di immergersi in un mondo tutto diverso, un mondo che oltre ad essere sottilmente misterioso e senza tempo, non manca  di sorprenderci e catturarci.
Con queste sue immagini di chiara ispirazione METAFISICO-SURREALISTA cosa intenderà comunicarci o farci capire questo pittore?
Non certo la realtà esterna ma un’altra realtà, una realtà tutta interiore all’uomo, quella apparentemente più nascosta  ma che è invece più verosimilmente collegata ai nostri sogni, ai nostri desideri inconsci, alla nostra mente o alla nostra fantasia?
Al di là di qualsiasi considerazione oggettiva o soggettiva, quella di Bruno VELADRA è e rimane una dimensione PITTORICO-VISIVA e SIMBOLICO-ESPRESSIVA che riesce a mettere insieme,magari senza un apparente ordine logico, un mondo tutto nuovo, sì, un mondo totalmente nuovo e forse completamente sconosciuto ai nostri occhi abituati ad indagare o ad osservare solo il reale, solo il “conosciuto”. Un mondo però, che non può sfuggire alla nostra coscienza o all’occhio del critico o di chi entra in sottile simbiosi e comunicazione con l’artista. E se per i più, questo modo di dipingere di Bruno VELADRA potrà sembrare solo un modo fantastico, stravagante, individualista di porsi e proporsi o un modo originale di fondere insieme sogno e realtà, fantasia e creatività, per chi sa capire questi accostamenti assurdi ma magistralmente studiati e composti.
Sono “pagine” di un libro tutto da leggere e da gustare,perché l’autore di opera in opera,di pagina in pagina, butta fuori tutta la sua personalità liberamente, senza costrizioni o limitazioni imposte dalla società,dalla tradizione,dalla morale o dalla nostra religione.
Nel silenzio di questo suo modo tutto particolare Bruno VELADRA  parla con l’”ASSOLUTO” e la sua “FEDE”. (FIORENZO  RIZZETTO)